mercoledì 27 novembre 2024


04/10/2016 13:15:40 - Manduria - Attualità

«La riduzione della tassazione sull’assegno vitalizio che stanno percependo gli ex consiglieri regionali (o le vedove) è stata decisa dalle Agenzie delle Entrate. L’Ufficio di Presidenza della Regione Puglia con propria deliberazione del 13 settembre, si è limitato ad applicare quanto stabilito con quella disposizione»

 
Sul recente provvedimento dell’Ufficio di Presidenza delle Regione Puglia, che ha dato origine ad una polemica anche nell’ultima seduta del Consiglio regionale, interviene Raimondo Turco, già ragioniere comunale e, sino allo scorso anno, assessore al Bilancio e alle Finanze del Comune di Manduria.
«Il problema non riguarda soltanto la Regione Puglia, ma anche tutte le altre Regioni d’Italia che hanno soppresso l’assegno vitalizio» chiarisce Raimondo Turco. «Il provvedimento adottato non è un atto di natura politica: è un atto di natura tecnico-contabile di competenza del dirigente (non si doveva perciò adottare alcuna deliberazione per ridurre l’IRPEF). Sembra che tutte le Regioni hanno adottato una deliberazione simile a quella della Regione Puglia: chi non lo ha fatto, ha fatto bene in quanto, come già precisato, trattandosi di un atto di gestione, la competenza a ottemperare ricade in capo ai dirigenti e non all’Ufficio di Presidenza».
La riduzione della tassazione Irpef al solo 84,26% dell’assegno vitalizio non riguarda i consiglieri regionali attuali, i quali al termine del loro mandato non riceveranno alcun assegno vitalizio.
Con la legge della Regione Puglia n. 34 del 2012 venne disposta l’abolizione dell’assegno vitalizio con effetto dal 1° gennaio 2013» ricorda Raimondo Turco. «Ma la legge si applica ai nuovi consiglieri regionali. Chi aveva maturato il beneficio sta continuando a percepire l’assegno vitalizio che era ed è soggetto ad Irpef.
Tutti le Regioni hanno assoggettato ad Irpef l’intero assegno vitalizio. Però a qualcuno è sorto il dubbio sulla corretta applicazione della norma e diversi Consigli regionali hanno presentato richiesta di chiarimenti all’Agenzia dell'Entrate (lo Stato). L’Agenzia delle Entrate, con la Consulenza Giuridica n. 954–2/2016, ha stabilito che la quota imponibile di assegno vitalizio da assoggettare a trattenuta Irpef deve tenere conto degli assegni vitalizi totali corrisposti nel 2012 al netto delle trattenute complessivamente effettuate. “In tal modo (conclude l’Agenzia delle Entrate) è possibile evitare la duplicazione di imposta che altrimenti si verificherebbe in ragione del concorso alla formazione della base imponibile degli assegni de quo di contributi non dedotti”.
Questo lo dice l’Agenzia delle Entrate. E da tale rapporto (trattenute effettuate ai consiglieri ai fini del futuro vitalizio e la spesa complessiva per gli assegni vitalizi) è scaturito per la Regione Puglia la percentuale dell’84,26 per cento da assoggettare ad Irpef.
Semplice, lapalissiano. E’ lo Stato che dice quanto deve essere assoggettato a ritenuta Irpef, non la Regione Puglia. I dirigenti dovevano soltanto applicare il parere espresso dall’Agenzia delle Entrate facendo qualche addizione ed una divisione».










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