venerdì 20 settembre 2024


05/10/2016 19:23:54 - Avetrana - Attualità

Mario Del Prete: «Per il recapito finale dei reflui del depuratore consortile, permane evidente la discrasia tra la volontà politica e la gestione della parte tecnica»

 
Per la scelta delle alternative allo scarico in mare dei reflui del depuratore di Manduria e Sava, si vive l’ennesima fase di stallo. Nonostante sia cambiata la volontà politica, anche a livello regionale, l’iter sembra essersi arenato per le resistenze della parte tecnica.
E’ questo il concetto espresso dal docente universitario Mario Del Prete, nella sua qualità di esperto di fiducia del Comune di Avetrana, nel corso di un convegno promosso dal Pd di questo comune.
«La volontà politica di tutelare la costa è stata chiaramente espressa dai comuni interessati, dal governatore della Puglia e dai consiglieri regionali, fra cui mi fa piacere ricordare i presenti Turco, Morgante e Mazzarano» ha affermato Mario Del Prete. «Sul piano strettamente tecnico-scientifico è stato spento il confronto tra Regione, AQP e i consulenti dei Comuni e dei comitati, che sostengono diverse e meno costose soluzioni di trattamento e scarico dei reflui per preservare le condizioni eccellenti delle spiagge di Manduria e dintorni. Invece di valorizzare questo confronto tecnico, si assiste ad uno strano comportamento nella gestione del problema, anche se logica vuole che occorrerebbe la migliore cooperazione tra i vari organi tecnici e scientifici per perseguire l’obiettivo politico già espressamente definito.
Temo che la mia esclusione da qualsiasi tavolo di confronto e concertazione possa servire invece a dare spazio a chi sostiene ancora la vecchia posizione: non si può progettare un depuratore senza uno scarico di emergenza o in mare o in falda. Se si dovesse poter dimostrare che in falda non si può fare perché contro la normativa, si tratterebbe delle solite vecchie interpretazioni di parte tendenti a favorire lo scarico in mare, nonostante i pareri negativi del CNR e la stessa normativa europea 2013.
Ho sempre ritenuto non necessario il parere ministeriale, che ci riporta alle vecchie diatribe del passato in attesa che, entro dicembre, una non bene identificata commissione definisca la qualità dei reflui immettibili in falda. Tutto ciò mentre in Puglia l’adozione di vasche sperdenti è d’uso comune e non c’è alcuna normativa che indichi le profondità ammissibili dei pozzi sperdenti in zona non satura. Quanto agli scarichi diretti di reflui in falda salmastra saranno comunque ammessi una volta garantita la qualità del refluo, come avviene oggi in tutto il mondo».











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