mercoledì 27 novembre 2024


12/10/2016 17:32:27 - Manduria - Attualità

Sulla vicenda della diossina interviene anche Confagricoltura

«Polvere di diossina trasportata a Manduria? Si faccia chiarezza, in gioco c’è un brand d’eccellenza».
Sulla vicenda rivelata dal presidente dell’associazione “Peaclink”, Alessandro Marescotti, nel corso di un convegno che si è tenuto, una ventina di giorni fa, interviene anche il presidente di Confagricoltura Taranto, Luca Lazzàro.
«Chiarezza sul presunto trasporto di polveri di diossina verso Manduria: in gioco c’è una terra sana e produttiva che è diventato un brand d’eccellenza grazie al Primitivo».
Luca Lazzàro mette in fila con preoccupazione le notizie circolate negli ultimi giorni: prima gli articoli di stampa, poi le rivelazioni di un’associazione ambientalista e ora un’interrogazione parlamentare.
«Dopo il caso Ilva, conosciamo bene» afferma Lazzàro, «quale impatto devastante possano avere notizie e fatti riguardanti l’ambiente e l’inquinamento, con tutto il loro carico di effetti collaterali sull’economia, agricoltura e turismo in particolare. Le aziende agricole hanno già pagato un dazio fortissimo in passato e ancora oggi il rischio di entrare nuovamente in certi circoli viziosi è concreto. È per questo che le centinaia di aziende che operano nell’area del Primitivo, così come le altre espressioni della vita economica – quelli che costruiscono col loro lavoro il prodotto interno lordo  – hanno il diritto di sapere se questo paventato “traffico illecito di rifiuti speciali pericolosi”, così come denunciato nell’interrogazione parlamentare firmata dall’on. Vico e da altri suoi colleghi, abbia o meno un fondamento di verità».
In entrambi i casi, è la linea del presidente di Confagricoltura Taranto, «è necessario far luce sulla vicenda in modo rapido e netto».
Lazzàro è consapevole dei danni in termini di immagine che avrebbe subito il Primitivo e gli altri prodotti agricoli della zona qualora, poi, la vicenda si rivelasse un bluff.
«Abbiamo già vissuto» è la conclusione del presidente di Confagricoltura di Taranto, «l’esperienza di produttori che sulle loro etichette scrivevano “prodotto in Salento”, invece di metterci “made in Taranto”. Soprattutto quando si fanno prodotti di qualità da esportazione – ed è il caso del vino, ma non solo – le imprese sono più esposte e devono essere tutelate in tutte le sedi e a ogni livello: il ministro Gianluca Galletti questo lo sa bene e perciò lo invitiamo caldamente ad intervenire o ad attivare le istituzioni che sul territorio hanno gli strumenti per spazzare via ogni ombra di dubbio».










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