Le frecciate di Gregorio Mariggiò ai deputati del Pd
Interrogazioni parlamentari, istanze di intervento alla Regione e richiesta di una seduta del Consiglio Comunale. Sulla “giostra” della vicenda della polvere alla diossina a Manduria ci sono saliti ormai quasi tutti. La maggior parte perché convinti della gravità dell’episodio (chiaramente tutto da appurare); forse qualcuno perché, preso dal ruolo politico, ha ritenuto di intervenire solo per l’opportunità del ritorno in termini di visibilità.
Condividiamo e sposiamo integralmente la posizione di Confagricoltura: in tutta questa “giostra” mediatica, qualcuno che ha aggiunto dei particolari alla vicenda (ribadiamo: tutta da verificare), ha dimenticato del danno che, di riflesso, si sta arrecando all’intero comparto agricolo. E’ giusto richiedere chiarezza, ma non sarebbe cambiato nulla se la si fosse inoltrata seguendo le vie istituzionali, senza creare pericolosi allarmismi, che, allo stato attuale (non essendoci alcun riscontro), potrebbero rivelarsi dei clamorosi autogol.
Se poi si dovesse appurare che a Manduria, invece di diossina, sono giunti prodotti dell’Ilva che, nel 2005, erano legalmente sul mercato, chi e come dovrebbe risarcire il settore agricolo?
Chiaramente, tutti gli interventi che si sono susseguiti negli ultimi venti giorni hanno finito per creare delle polemiche. L’ultima, montata attraverso i social network, è legata all’interrogazione parlamentare sottoscritta da tutti i deputati del Partito Democratico pugliese e che ha, come primo firmatario, Gregorio Mariggiò, il candidato a governatore dei Verdi nelle ultime consultazioni Regionali.
«Siamo all’assurdo o, se vogliamo, al surreale» ha scritto sul proprio profilo facebook Gregorio Mariggiò. «Gli onorevoli Vico e Pelillo hanno presentato un’interrogazione al ministro del “non ambiente” Galletti: chiedono notizie relative al presunto trasporto delle ceneri di lavorazione dell’Ilva a Manduria» è la premessa del rappresentante dei Verdi, che poi, con ironia, affonda la stoccata. «Cioè, un attimo, forse non capisco.. Sarà un mio limite. I due onorevoli che sottoscrivono un’interpellanza in cui sottolineano la pericolosità delle ceneri alla diossina, non sono gli stessi che, al tempo stesso, in Parlamento, dichiarano che l’Ilva produce vapore acqueo e fiori, votano leggi che consentono la prosecuzione e il mantenimento in vita di quella fabbrica che produce le ceneri oggetto dell’interpellanza? Ma è una presa in giro?».
Tantissimi i commenti al post degli ambientalisti dell’area orientale del capoluogo, ma anche di Taranto città, che rilanciano la richiesta della definitiva chiusura dell’Ilva e della bonifica di tutta l’area, al fine di rilanciare settori alternativi a quello industriale.