Paolo Rubino: «Occorre rimuovere alla radice, innanzitutto, le pratiche di mal governo che hanno imperversato nei consorzi di bonifica e che hanno prodotto indebitamente e servizi scadentissimi e costosissimi»
«Dalle cartelle per il tributo dovuto alla ripartizione delle spese sostenute dal consorzio di bonifica si potrebbero incassare circa 260mila euro. Ebbene, il commissario costa all’ente 120mila euro annue; il vice commissario percepisce invece 60mila euro. Se si aggiungono anche le spese legate alla carica e alla funzione, gli introiti derivanti dall’ingiusto tributo 630 sono appena sufficienti a pagare gli stipendi solo al commissario e al suo vice, ma non al resto del personale».
Paolo Rubino, presidente del Tavolo Verde di Puglia e Basilicata, ha rimarcato come, attualmente, i consorzi di bonifica, pressoché inattivi nei territori di competenza, siano inutili.
«Potrebbero però costituire, se funzionassero correttamente, una grande occasione di crescita e di democrazia: con la logica dell’autogoverno, i consorzi rappresentano una forma di democrazia partecipata e moderna» ha affermato Paolo Rubino. «Non è stata la struttura consortile, così come è stata concepita, la causa del fallimento dei concorsi, che invece va ricercata nei vari gruppi dirigenti e nelle loro organizzazioni professionali che si sono succeduti nella loro gestione».
La battaglia per impedire la vessazione agli operatori agricoli, attraverso il pagamento di questo tributo, potrebbe però essere l’occasione per ridiscutere tutta la politica agraria regionale.
«Per la riforma dei Consorzi non serve l’ennesima agenzia, come ipotizzato dallo schema della legge regionale del febbraio scorso» ha continuato Paolo Rubino. «Occorre rimuovere alla radice, innanzitutto, le pratiche di mal governo che hanno imperversato nei consorzi di bonifica e che hanno prodotto indebitamente e servizi scadentissimi e costosissimi. Vanno azzerati i debiti, chiamando a farvi fronte o lo Stato o chi ha mal governato, e, contemporaneamente, attuare un piano industriale per avere servizi efficienti e costi privi della tassa del “mal governo”. Prevedendo “impianti a domanda”, come già esistono nella vicina Basilicata, per poter irrigare quando le produzioni lo richiedono e non quanto lo decidono alcuni insipienti burocrati a tavolino. Un impianto moderno, insomma, capace di ridurre i costi e gli sprechi dell’acqua».
Rubino ha poi auspicato la sinergia del “movimento dei sindaci” e del “movimento degli agricoltori”, che sinora hanno lottato per lo stesso obiettivo, senza però mai incontrarsi.
All’iniziativa sono anche intervenuti Pietro Ricci, presidente del Tavolo Verde di Puglia, e Pietro Capogrosso, del coordinamento regionale del Tavolo Verde. Entrambi hanno invocato un radicale cambiamento di rotta nelle politiche a sostegno dell’agricoltura.