mercoledì 27 novembre 2024


30/10/2016 10:02:58 - Manduria - Attualità

«La riapertura della discarica “Chianca” sarà un’altra iattura per questo territorio martoriato. Manduria ha già tanti problemi di natura ambientale (un esempio è l’attigua discarica di contrada “Cicci”, che è una vera e propria bomba ecologica ) e, di riflesso, anche di natura sanitaria (siamo fra le città italiane con la più alta incidenza di patologie tumorali alla tiroide). Nessun eventuale risparmio economico può giustificare questa scelta»

Leo Girardi, consigliere comunale leader del gruppo che porta il suo cognome, spiega le ragioni del suo dissenso.
«Non sostengo, sia chiaro, che nella discarica “Chianca” arriveranno rifiuti speciali o pericolosi» ha chiarito Girardi. «Ma, proprio in quella zona, esiste un’altra discarica che ha avvelenato il sottosuolo, l’aria e l’acqua. Qualcuno si è mai chiesto come mai a Manduria si verificano tantissimi casi di tumore alla tiroide? Perché, allora, accettare di accogliere altri rifiuti per i 19.900 metri cubi della volumetria residua (che compaiono, come in un colpo di teatro, tre anni dopo la chiusura della discarica perché la volumetria era esaurita) e per i 388mila metri cubi di sopralzo?».
Per Girardi, il risparmio per i contribuenti sarà minimo, se non nullo.
«Qualcuno sta cercando di illudere la gente» afferma, con convinzione, Girardi. «Anche riaprendo la discarica di Manduria, non pagheremmo più i 43 euro a tonnellata di prima. La tariffa, su disposizione del Ministero, è stata uniformata a livello nazionale (da 111 a 120 euro a tonnellata), anche perché in discarica non potranno più essere stoccati rifiuti “tal quali”, ma va completato tutto il ciclo.
Quali sarebbero, allora, i vantaggi per la nostra città, che, invece, ha scelto la differenziata proprio come forma di rispetto e tutela dell’ambiente?».
Il rappresentante della Lista Girardi non ha lesinato stoccate all’Amministrazione guidata da Roberto Massafra.
«Sino al 2015, Massafra e l’intero Consiglio Comunale sono sempre stati compatti sulla posizione di rifiuto della riapertura della discarica» ha continuato Girardi. «Poi, improvvisamente, dalla primavera scorsa abbiamo iniziato a sentire puzza di bruciato.. Abbiamo scoperto che sono stati nascosti degli atti, impedendoci di conoscere cosa stesse accadendo. Abbiamo chiesto la convocazione del Consiglio Comunale affinchè l’assise si esprimesse ancora una volta contro la riapertura, ma la maggioranza non si è presentata, facendo saltare la seduta. In quei giorni, dalla Regione è arrivato un atto in cui si chiedeva al Comune di esprimere il proprio parere sulla riapertura della discarica e sul sopralzo entro venti giorni. Atto che ci è stato mandato solo quando il termine era scaduto. Il Comune non ha risposto..».










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