«Il partito? A Manduria non esiste un partito» l’opinione di Andrea Casto. «Esiste un gruppetto ristretto che decide per tutti, senza mai consultare la base»
«Le dimissioni di Amleto Della Rocca? Apprendo di queste sue nuove esperienze professionali che lo porteranno via da Manduria. Gli formulo gli auguri affinchè siano proficue e, soprattutto, durature. Così resterà lontano da palazzo di Città ed eviterà di fare altro danno..».
Andrea Casto è il primo dei non eletti della lista del Partito Democratico. Insieme a molti altri attivisti, ha sempre espresso le proprie critiche sulla decisione del Pd di entrare a far parte della maggioranza guidata da Roberto Massafra, manifestando a più riprese anche il proprio disappunto sulla conduzione, a suo dire molto verticistica, del partito.
«Il partito? A Manduria non esiste un partito» l’opinione di Andrea Casto. «Esiste un gruppetto ristretto che decide per tutti, senza mai consultare la base. Sono contento, ad esempio, che se ne sia accorto, anche se solo di recente, pure il vice segretario, Michele De Valerio, che ha chiesto le dimissioni della segreteria. Da tempo andiamo chiedendo l’azzeramento della segreteria. Da quasi un anno, infatti, il partito non si riunisce. C’è un vuoto assoluto in un partito che è ormai allo sfascio e che di democratico non ha nulla oltre al nome. Sarebbe opportuno il commissariamento della segreteria, provvedimento che dovrebbe essere adottato dal vertice provinciale del partito, che, a sua volta, è però commissariato dopo il clamoroso flop delle amministrative nella nostra provincia».
Anche l’avvicendamento di Della Rocca con Leonardo Notarnicola alla guida dell’assessorato ai Lavori Pubblici e all’Ambiente non sarebbe stato concordato con la base.
«Non hanno avuto neppure il pudore di avvisarmi preventivamente: ho saputo tutto attraverso la stampa. Oppure sono il primo dei non eletti della lista del Pd. Non lo hanno fatto» continua Casto, «forse perché già immaginavano la mia posizione, che è poi quella di tanti altri amici: l’attuale Amministrazione deve andare a casa il più presto possibile. Considerato il danno che ha già fatto, deve lasciare il posto ad altri amministratori più capaci. Manduria non merita questo scempio».
Andrea Casto si sofferma anche sulle ragioni che hanno indotto Della Rocca a lasciare l’Amministrazione.
«Ho letto che alla base vi sono questi nuovi impegni professionali, che lo porteranno spesso lontano da Manduria. Questa è la motivazione ufficiale. Devo attenermi a questa. Ma non posso non ignorare qualche episodio che si è verificato negli ultimi tempi, relativo ai rapporti fra l’assessore Della Rocca e alcuni dirigenti e dipendenti dell’Ufficio Tecnico: si è letto e si è sentito che non sono stati assolutamente fluidi, ma influenzati negativamente dal carattere dell’assessore. Non ho, chiaramente, alcuna certezza, ma non escluderei a priori che anche questa situazione possa aver influito nella sua scelta».
Cosa cambierà nella gestione dell’assessorato?
«Secondo me, nulla. Notarnicola proseguirà sulla strada tracciata da Della Rocca. Strada in netta contraddizione le posizioni assunte dal Pd quando era all’opposizione. Da gennaio in poi, abbiamo assistito solo ad annunci fumosi».