Un momento per ricordare Federica e il piccolo Andrea (uccisi nel giugno scorso a Taranto da Luigi Alfarano), ma anche un’occasione per meditare su un fenomeno di cui non è immune neppure la nostra provincia
Rita Lanzon, madre di Federica (unica sua figlia) e nonna di Andrea, ha incontrato, nei giorni scorsi, i ragazzi dell’istituto comprensivo “Francesco Prudenzano” di Manduria, accompagnata da Anna Pulpito, referente per la provincia di Taranto dell’Associazione Volontari Ospedalieri.
«Come si può convivere con un dolore simile? Stando insieme a voi, cercando di sensibilizzare le giovani generazioni sul fenomeno della violenza di genere e fornendo i consigli giusti a tutte le ragazze» è stata la risposta di Rita Lanzon alla domanda di uno studente manduriano. «Inizialmente temi di non farcela: il vuoto per la perdita di una figlia e di un nipote è incolmabile. Pensi anche al peggio. Fondamentali sono l’aiuto e il sostegno dei familiari e dei veri amici».
Anna Pulpito ha inizialmente illustrato ai ragazzi (guidati dalle docenti Stefania Maiorano e Alessia Mazza), le finalità dell’A.V.O., mentre Rita Lanzon ha ricordato la tragica vicenda.
«Federica si era innamorata di Luigi a 13 anni. Poi, per un po’ di anni, Federica è stata fuori e non si erano più visti. Al rientro a Taranto, è nuovamente scoccata la scintilla. La mia opinione? Come mamma ho sempre avuto delle perplessità e non solo per la notevole differenza di età fra i due. Però Federica stravedeva per lui e, quindi, ha deciso di sposarlo».
Un menage senza nessun tipo di problema, sino ai primi mesi del 2016.
«In precedenza non si era verificato alcun episodio di violenza che avesse potuto far presagire un epilogo così drammatico: altrimenti io e mio marito saremmo intervenuti» ha rimarcato Rita Lanzon. «Mia figlia aveva deciso di separarsi perché aveva trovato, nel pc di Luigi, file contenenti indirizzi e foto di donne dai facili costumi. Luigi sembrava aver accettato la decisione, invece, quella sera, si è scatenata la sua furia omicida. Per come ha ridotto mia figlia e per averci anche privato del nipotino, per me resterà sempre un mostro. E di certo Gesù non avrà potuto accoglierlo in Paradiso, come aveva auspicato il parroco ai suoi funerali…».