sabato 23 novembre 2024


12/12/2016 19:58:50 - Avetrana - Attualità

Per questa ricorrenza, Celestino Scarciglia ha scritto un libro

Fu uno dei motti più felici coniati per una lotta che coinvolse l’intera comunità di Avetrana nella prima metà degli anni ’80: la battaglia, poi vinta, contro il progetto che prevedeva l’installazione di una centrale elettronucleare nell’area orientale della provincia di Taranto. Con fierezza e tenacia, la gente avetranese, mai come allora compatta, lottò per evitare di dover convivere gomito a gomito con un “mostro” che avrebbe minato la salute e che avrebbe compromesso per sempre la vocazione del territorio.
A distanza di 35 anni esatti dalla costituzione del Comitato Antinucleare Avetranese, Celestino Scarciglia, uno dei leader di quel movimento, ha presentato un libro che raccoglie foto (moltissime delle quali “ripescate” dal vastissimo archivio di Bruno Leo), documenti, testimonianze e aneddoti di quegli anni “caldi”. Si intitola “La storia della centrale elettronucleare di Avetrana” ed è un volume (probabilmente il primo così ricco e completo), che racconta un’esperienza di “agitazione ragionata” (come la definì l’allora vescovo di Oria, mons. Armando Franco), in cui si rivendicava il diritto di scegliere il futuro della propria terra. Vengono tratteggiate le figure di diversi personaggi protagonisti di quel periodo, alcuni dei quali non ci sono più. Fra questi, ricordato (con uno spontaneo applauso da tutti i presenti), il sindaco di allora: Ciccio Scarciglia, maestro elementare, democristiano come almeno il 75% dell’Avetrana di allora. Non esitò a ripudiare il proprio partito, ergendosi a paladino della lotta della propria gente, confrontandosi e duellando con ministri e deputati dell’epoca.
Con fierezza e quasi certamente anche per le conseguenze del disastro nucleare di Chernobyl, gli avetranesi, che a più riprese riempivano le piazze di Avetrana (piazza Vittorio Emanuele venne ribattezzata “piazza dei diecimila”), di Taranto, di Bari e di Roma, vinsero quella battaglia.
“Il ruggito del topolino” fu il commento degli osservatori dell’epoca, “fa ancora paura alle lobbies e al regime dei partiti”.
«Questa non è la mia serata» ha affermato Celestino Scarciglia. «E’ la serata di Avetrana, così come è la serata di Manduria, di Maruggio, di Porto Cesareo, di Carovigno (altro comune indicato in quel periodo come possibile sede di una centrale elettronucleare, ndr) e di tutti coloro che si sono voluti opporre a quell’atto di imperio. Avetrana ha nel proprio dna la lotta in favore dell’ambiente. Se sarà compatta come 35 anni fa, vincerà l’altra battaglia che è in corso: quella contro lo scarico in mare del depuratore consortile».










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