«Più che altrove, mi colpì la fierezza della gente di Puglia: qui la valanga dei quattrini promessi non fece vacillare la fermezza dell’opposizione, come accaduto altrove»
Un altro dei protagonisti della mobilitazione antinucleare fu Gianni Mattioli, fisico e accademico ligure, eletto deputato nelle liste dei Verdi nel 1997 e in altre tornate successive, sino a ricoprire la carica di Ministro per le Politiche Europee col secondo governo Amato. Mattioli prese a cuore la lotta degli avetranesi tanto da candidarsi alle Comunali di quel periodo e da risultare eletto.
«Ricordo il giorno dell’insediamento del Consiglio Comunale: trovai sul mio banco un mazzo di fiori» ha scritto in una mail inviata a Celestino Scarciglia l’on. Mattioli, impossibilitato a presenziare alla cerimonia di presentazione del libro. «Conservo in me i momenti di lotta di popolo che ebbe in Celestino Scarciglia uno dei punti di riferimento più solidi. In quel periodo fu Giorgio Nebbia a coinvolgermi: mi riferì che il presidente della Regione Puglia aveva indicato in Avetrana il territorio in cui costruire la centrale elettronucleare. Una lotta che vedeva insieme popolazione e scienziati, uniti contro un progetto che prevedeva costi enormi e profitti elevatissimi per pochi e che si battevano per privilegiare, al contrario, le fonti rinnovabili pulite. Ricordo Mario Lanzo, Antonio Nigro, Bartolo Punzi e il vescovo di Oria, mons. Franco, che, per difendere i diritti umani, scrisse anche al presidente della Repubblica».