mercoledì 27 novembre 2024


06/01/2017 20:12:46 - Manduria - Attualità

«Gli interventi di potatura dovrebbero riguardare il solo alleggerimento e sfoltimento della chioma con la contemporanea riduzione della sua altezza e del suo volume, cercando di conferire il più possibile una sagoma prossima all’habitus naturale della chioma del leccio»

 
Il circolo Legambiente di Manduria bacchetta gli autori della radicale potatura degli alberi di leccio di piazza Vittorio Emanuele, la centralissima villa della città.
Da giorni, ormai, la potatura è al centro del dibattito che è amplificato attraverso i social network: sembra questo il problema più importante della città e gli agronomi e tanti “tuttologi” non perdono occasione per stigmatizzare, ironizzare, bacchettare e consigliare.
Nel dibattito si inserisce anche Legambiente.
«Il giudizio sulla potatura della nostra villa comunale s’è tradotto in un coro quasi unanime dei nostri concittadini, oltre che da parte di esperti ed agronomi» è riportato in una nota. «Interpellando esperti del settore e dottori agronomi, i più potranno convenire che la potatura dei lecci andrebbe fatta con la periodica rimonda dei rami disseccati e l’asportazione dei rami più bassi, evitando tagli drastici di contenimento a livello delle branche, che potrebbero altrimenti conseguire un aumento del rischio di attacchi di malattie fungine.
Praticando tagli a grossa sezione, con asportazione di grosse branche (capitozzatura), si provoca un indebolimento generale dell’esemplare, la perdita del naturale portamento tipico della specie e la rottura dell’equilibrio chioma-apparato radicale con inizio di processi di decadimento.
Insomma, gli interventi di potatura dovrebbero riguardare il solo alleggerimento e sfoltimento della chioma con la contemporanea riduzione della sua altezza e del suo volume, cercando di conferire il più possibile una sagoma prossima all’habitus naturale della chioma del leccio (forma ovale espansa)».
Legambiente sollecita l’Amministrazioni a dotarsi di un piano e di un regolamento per il verde pubblico.
«Senza andare troppo lontano, ad esempio nella vicina Taranto, esiste da tempo un regolamento comunale in proposito.
E basterebbe leggere l’inizio dell’articolo 9 del Regolamento comunale per il verde pubblico del maggio 2009 (che recita: “La potatura delle piante deve assicurare le migliori condizioni di vegetazione e stabilità degli esemplari vegetali e nel rispetto dei nidi dell’avifauna presente. La potatura deve essere limitata alla rimozione di parti di chioma secche, lesionate o alterate da danni fisici o da agenti patogeni”) per capire come, di norma, andava eseguita la potatura in questione.
Auspichiamo quindi che i tecnici e dirigenti comunali, anziché avallare o approvare una potatura così come eseguita in questi giorni, si adoperino per la realizzazione di un apposito regolamento, alla realizzazione del quale ci rendiamo disponibili a dare il nostro contributo».











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