Roberto Massafra scruta il futuro e intravede delle tracce positive da seguire nella parte finale di consiliatura: sia come tenuta della coalizione, sia come obiettivi amministrativi che saranno raggiunti
«La nuova maggioranza? Può contare su almeno 13 voti».
Roberto Massafra scruta il futuro e intravede delle tracce positive da seguire nella parte finale di consiliatura: sia come tenuta della coalizione (che ha ricucito il rapporto con il Movimento Schittulli), sia come obiettivi amministrativi che saranno raggiunti.
«Alcuni di coloro che non sono direttamente coinvolti o impegnati nella gestione attiva della cosa pubblica avranno, a mio avviso, un atteggiamento costruttivo. E, comunque, chi rema contro non avrà mai 13 firme per mandarmi a casa: non hanno raggiunto quasi mai i 9 voti in aula e nell’ultima seduta del consesso abbiamo avuto delle difficoltà a licenziare i provvedimenti esclusivamente perchè alcuni componenti della maggioranza erano assenti in quanto, in pieno periodo di vacanze natalizie, erano fuori città oppure, in altri casi, ammalati.
Sarà questa la giunta che concluderà la consiliatura? Me lo auguro, anche perché chi ha avuto in passato un ruolo destabilizzante nella coalizione ora è fuori dell’Amministrazione».
A completare la giunta è stato chiamato l’ex geometra comunale Claudio Digiacomo. C’è stato chi ha ricordato una vicenda di circa un anno fa: Digiacomo, insieme al dirigente dell’Ufficio Tecnico (Antonio Pescatore), fu denunciato per aver prodotto un atto amministrativo non autorizzato dalla parte politica.
«Quella vicenda è stata travisata: la lettura di diversi aspetti è errata. Premettendo che non ho difficoltà a fare autocritica sulla decisione di sottoscrivere la denuncia, sono ancora convinto che quell’opera pubblica (fu asfaltata una strada, ndr) fu un errore a livello amministrativo, in quanto ha originato un consistente debito fuori bilancio (l’unico, non legato ad atti del passato, creato in questa consiliatura). E’ stato però un errore trasferire la questione amministrativa in quella penale. Peraltro, credo che Digiacomo, in quanto funzionario, non avesse responsabilità particolari. Sono contento, comunque, che quella vicenda si sia conclusa con l’assoluzione.
Di questo ho già discusso con Digiacomo: quella vicenda appartiene al passato. Non posso che essere contento di disporre di un assessore (che, lo ribadisco, è politico e non tecnico) che ha grande esperienza nella gestione degli uffici tecnici, in grado, a mio avviso, di coniugarla con le esigenze della politica».
L’ultima eccezione sollevata negli ultimi giorni sulla composizione della giunta è il mancato rispetto delle quote rose: vi è una sola donna e cinque uomini.
«Qualcuno, non sapendo a cosa aggrapparsi, ha scoperto l’acqua calda. Anche nelle ultime due giunte prima dell’attuale vi era una sola donna: prima l’assessore alle Politiche Sociali, in quella successiva l’assessore all’Urbanistica. Eppure non è accaduto nulla, come non succede nulla a centinaia di altre giunte di altrettanti comuni italiani con una sola donna.
Nessuno può però negare la mia sensibilità e la mia volontà a riconoscere alle donne la possibilità di dimostrare il loro valore: nella prima giunta, formata dopo le elezioni Comunali, vi erano tre donne su sei componenti.
Ormai, però, a Manduria l’andazzo è questo: quando non sanno cosa scrivere, determinati personaggi, se fai una cosa bianca, la descrivono come nera; se la fai nera, per loro diventa grigia; se la fa grigia, a loro appare rossa.. Manduria è anche questa!»