L’intervista a Salvatore Mero
Contenuti i danni provocati dalle nevicate e dalle gelate di questi ultimi giorni al comparto agricolo della zona. La minore intensità delle nevicate, le tipologie di colture che caratterizzano il paesaggio agricolo dell’area orientale della provincia e il periodo dell’arrivo dell’ondata di gelo hanno contribuito ad evitare i gravi riflessi che, invece, si registrano altrove, tali da determinare la richiesta dello stato di calamità.
«L’entità dei danni è a mio avviso trascurabile. Anzi, per alcune colture, la gelata, in questo periodo, è stata addirittura positiva» l’opinione di Salvatore Mero, dell’azienda agricola Felline. «Per la nostra vitivinicoltura, non si è registrato alcun danno per tutta una serie di ragioni. Innanzitutto i nostri alberelli sono estremamente resistenti: possono sopportare temperature bassissime (sino a -15 gradi), oppure, nel corso dell’estate, temperature altissime (sino a 60 gradi). Inoltre, in questo periodo, la vite vive un periodo che potrei definire, per intenderci, di letargo: c’è poca linfa in circolazione, non è una fase, insomma, di germoglio.
Queste modeste gelate per alcuni versi hanno arrecato un beneficio alla vitivinicoltura: hanno ammazzato i funghi e i batteri presenti, che non sopravvivono alle basse temperature. La loro proliferazione, infatti, avviene solo nei periodi di persistente umidità».
L’altra importante colonna del comparto agricolo dell’area è l’olivicoltura.
«Per gli ulivi i rischi derivanti dalle gelate sono maggiori. Fortunatamente, però, le gelate non sono state lunghe e continue. Si è registrata una temperatura sotto lo zero solo per poche ore durante le ultime nottate. Al mattino, complice anche il sole che ha spesso fatto capolino, le temperature si sono assestate sopra lo zero. Qualche danno potrebbero averlo riportato gli ulivi che sono stati potati in maniera drastica e che, quindi, hanno ancora delle ferite aperte».
A differenza dell’area opposta della provincia, in questa zona le colture di agrumi e di ortaggi, molto più esposti ai rischi delle gelate, sono decisamente ridotte.
«Gli agrumi, nella nostra zona, si trovano quasi esclusivamente, a livello ornamentale, nei giardini delle case: non credo ci siano stati problemi. Così come ritengo che ci siano pochissime superfici agricole in cui si è optato per la coltivazione degli ortaggi. Per questa tornata, insomma, siamo stati risparmiati dalla calamità atmosferica. L’ultima gelata che provocò ingenti danni risale al marzo del 1987: arrivò talmente tanto freddo e neve, che l’Amministrazione dell’epoca decise di interrompere, precauzionalmente, lo svolgimento della Fiera Pessima».