Afm: «Siamo molto preoccupati delle conseguenze che tale delibera potrà provocare riguardo al regolare funzionamento del presidio legale»
Il Comune di Avetrana richiama nel proprio organico l’unità sinora “prestata” all’Ufficio del Giudice di Pace, senza provvedere alla sua sostituzione. Questo “buco” mette ora a rischio il futuro del presidio giudiziario.
A far rimarcare il pericolo di una soppressione dell’Ufficio del Giudice di Pace è l’Associazione Forense Messapica, una cui delegazione è stata ricevuta, nei giorni scorsi, dal sindaco di Avetrana, Antonio Minò.
«Il Comune di Avetrana ha richiamato presso l’Ufficio Tecnico, con effetto immediato (primo gennaio), il proprio dipendente, privando senza preavviso l’Ufficio del Giudice di Pace di Manduria di una imprescindibile unità, in particolare rispetto alla delega del suddetto operatore al settore penale» si legge in una nota dell’Associazione Forense Messapica. «A.F.M. ha inviato una nota ai Comuni di Manduria, Avetrana, Sava e Maruggio, segnalando la grave criticità venutasi a creare, senza che sia stata preventivamente assegnata una figura sostitutiva atta a garantire la continuità del servizio giustizia, che determina un imminente pericolo di soppressione dell’Ufficio del Giudicedi Pace e, in ogni caso, prefigura l’interruzione del pubblico servizio giustizia garantito dal presidio».
L’esito dell’incontro con il sindaco di Avetrana non è stato incoraggiante.
«Siamo molto preoccupati delle conseguenze che tale delibera potrà provocare riguardo al regolare funzionamento del presidio legale» le parole di Antonio Casto, presidente di A.F.M.. «Abbiamo chiesto in modo univoco al sindaco la revoca o la modifica della stessa delibera, almeno con un provvedimento di assegnazione part time al 50%, per consentire sia all’Ufficio Tecnico di Avetrana che all’Ufficio del Giudice di Pace di giovarsi delle prestazioni lavorative di Giuseppe Crisostomo, ma al momento la ferma chiusura manifestata dal sindaco Minò, oltre ad apparire politicamente inopportuna alla luce degli impegni a suo tempo presi nel Consorzio dei Comuni, qualora il servizio giustizia dovesse essere interrotto o addirittura soppresso, potrebbe configurare gravi responsabilità di natura amministrativa e penali nei riguardi degli amministratori che hanno adottato tale delibera.
Tutto ciò» conclude il rappresentante dell’Associazione Forense Messapica, «assume ancora maggiore valenza alla luce della nota inviata ieri dal presidente del Tribunale di Taranto Lucafò, che preannunzia l’avvio delle procedure di soppressione “se sarà accertata l’impossibilità di garantire il regolare funzionamento”».