sabato 23 novembre 2024


21/02/2017 18:58:27 - Avetrana - Attualità

Per Misseri oggi è diventata definitiva la condanna a otto anni di reclusione per concorso in occultamento di cadavere della quindicenne

I carabinieri hanno prelevato dalla sua abitazione per condurlo in carcere Michele Misseri, lo zio di Sarah Scazzi. Per l’uomo oggi è diventata definitiva la condanna a otto anni di reclusione per concorso in occultamento di cadavere della quindicenne. Misseri è stato fatto salire su un’auto dei militari che l’ha portato via.
«Michele Misseri ha scritto lettere alla figlia Sabrina in cui chiede perdono», ha ha detto il suo avvocato, Luca Latanza, lasciando l’abitazione dopo l'arresto. «Misseri è molto provato, lui si aspettava di svolgere un altro giudizio di merito per portare avanti la sua tesi. Non si aspettava una conclusione così rapida. Il processo oggi dal punto di vista giuridico si è concluso».
«Io sono sereno per me, ma non per le le altre cose: due innocenti sono in carcere». Così, in una telefonata mandata in onda dal Tg2, Michele Misseri aveva commentato la conferma in Cassazione dell’ergastolo per la figlia Sabrina e per la moglie Cosima Serrano. Misseri ha atteso nella sua villetta ad Avetrana l’arrivo dei Carabinieri.
«Perdono, vi chiedo perdono per gli errori che ho fatto», aveva anche detto al Tg2 rivolgendosi alla figlia Sabrina e alla moglie Cosima Serrano, condannate in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio il 26 agosto 2010 di Sarah Scazzi. «E' un errore giudiziario», ha aggiunto, «ma secondo me» la vicenda «non è finita. Vedremo...».
«La conferma della condanna era una delle possibili conclusioni. Si chiude una vicenda che, comunque, ha dei vuoti», ha spiegato l'avvocato Latanza. «Abbiamo - aggiunge - una sentenza di tipo giudiziario, una realtà giudiziaria, ma una realtà fattuale forse non la conosceremo mai, la realtà vera».
«C'è stata - aggiunge l’avvocato - una ricostruzione, fatta anche bene, dalla procura, che porta in una certa direzione. Però, alla fine il processo il momento più importante, cioè l’uccisione della bambina, non lo ha chiarito. Non ci sono prove - sostiene il legale - su chi possa essere stato e come. E’ una ipotesi, che l’hanno fatta diventare tesi con sentenza definitiva, ma non è una certezza. E se è stata solo una donna? E se non sono state loro? Questo non è stato chiarito».
Quanto alle interviste televisive rilasciate da Michele Misseri, che si accusa dell’omicidio, «non so - afferma Latanza - cosa vorrà dire e fare. Devo incontrarlo per capire che intenzioni ha. Lui sapeva che non volevo che rilasciasse interviste. Non potevo legarlo. Ho preparato il ricorso a nome suo, ma nessun legale è andato per lui a Roma. Gli hanno messo il difensore d’ufficio. Se venivano accolti i nostri motivi, probabilmente avrebbe avuto una riduzione della pena. Il ricorso era per una riqualificazione del reato, una riduzione con attenuanti. Diversamente, se venivano accolti i motivi delle difese delle due donne, a quel punto le cose cambiavano».










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