«Secondo alcuni, con lo studio di fattibilità non ancora approvato dal Consiglio comunale di Manduria, il problema della salvaguardia del mare sarebbe risolto. Io ritengo, al contrario, che lo stiano aggravando»
Alessandro Scarciglia, vice sindaco di Avetrana, è fra i più attivi nella mobilitazione contro l’apertura del cantiere. L’altro ieri vi è stato un primo sopralluogo di un ingegnere e quattro operai. Ieri, invece, non si è visto nessuno.
Ma il presidio continua e la gente, insieme al Comitato per la Difesa del Territorio e del Mare e all’Amministrazione di Avetrana, intende rilanciare le azioni di lotta: nel pomeriggio di oggi è prevista una manifestazione all’interno della Fiera Pessima.
La gente (come si vede nelle foto di Gianfranco Cipriani) continua a vigilare.
«Stiamo valutando ogni strada legalmente percorribile per bloccare i lavori» annuncia Alessandro Scarciglia. «Intanto è stato inviato un esposto all’Ispettorato del Lavoro affinchè sia verificata la regolarità del cantiere che sarebbe stato aperto l’altro ieri: in realtà manca tutto, compresa la tabella in cui si indicano le generalità dell’azienda titolare dei lavori e il responsabile del cantiere. Insieme ad alcuni consulenti, stiamo studiando ogni atto per individuare un appiglio giuridico che ci consenta di evitare che i lavori possano partire».
Emiliano garantisce che non ci sarà lo scarico in mare. Ma questa assicurazione non è sufficiente.
«Qualcuno vuole imbrogliare gli avetranesi. Innanzitutto perché non è affatto giusto e corretto che i reflui della fognatura di Manduria e Sava debbano essere smaltiti a poche decine di metri dal territorio di Avetrana. Poi perché, per fortuna, il Consiglio comunale di Manduria non ha approvato lo studio di fattibilità: in quell’elaborato vi sono delle indicazioni false. Quali? Nella zona del buffer 2, in cui dovrebbero sorgere due vasche di decantazione dei reflui, vi sono delle abitazioni a non più di 50-60 metri; nello studio di fattibilità si parla, invece, di 1.200 metri. Non solo. Secondo lo studio di fattibilità, lo scarico emergenziale (che si attiverebbe in caso di piogge torrenziali o quando si blocca il depuratore), convoglierebbe i reflui non depurati (insomma tutta la cacca di Manduria e Sava) in un “corpo idrico superficiale”. Ebbene, in quella zona non c’è alcun corpo idrico. C’era sino a 40-50 anni fa. Ora c’è un prato, che peraltro, si trova a 200-300 metri dalla spiaggia. Tutta la “cacca”, insomma, finirebbe comunque in mare».