La testimonianza di capitan Ivo Dal Moro
Una grande giornata di sport, sabato scorso, nella sala convegni della “Fiera Pessima” di Manduria
Il convegno, organizzato dall’ U.G. Manduria Sport (Settore Giovanile), con la collaborazione finanziaria dell’associazione “Manduria Adesso”, verteva sull’importante tema del “ Calcio, sviluppo fisico, emotivo, sociale”.
Indubbiamente il convegno ha avuto un grande successo, non solo sotto il profilo professionale ma, soprattutto, per le numerosissime presenze, la sala era infatti stracolma di un variegato pubblico. C’erano i ragazzi delle giovanili biancoverdi con i rispettivi allenatori, tantissimi tifosi di ieri e di oggi, numerosi anche i genitori interessati al tema del convegno insomma, come si suole dire, meglio non poteva andare.
Dopo il rituale intervento dell’assessore allo Sport, la parola è passata a Francesco Sportelli, tecnico della Juniores che, con chiarezza e precisione, ha messo in evidenza il suo metodo di lavoro basato, in modo particolare, sulla crescita, oltre che tecnica, sociale e umana dei ragazzi a sua disposizione, dove nessuno deve sentirsi ultimo o tecnicamente scarso. I ragazzi, ha affermato Sportelli, devono crescere uniformemente, amalgamarsi, sentirsi gruppo, perché solo così si cresce, si diventa prima uomini e poi, forse se avranno tanta fortuna anche campioni.
Un altro importante aspetto, sottolineato con forza, ha riguardato l’ingombrante presenza dei genitori che spesso, oltre ad essere un danno psicologico per i propri figli, infastidiscono il lavoro dei tecnici. Sportelli ha centrato lo spirito del convegno trattando, con semplicità, sviluppo fisico, emotivo e sociale.
La parola è poi passata al prof. Piero Raimondo, docente di Scienze Motorie e Sportive, presso l’istituto tecnico “L. Einaudi” di Manduria.
Raimondo ha tratteggiato i temi del convegno sottolineando che al calcio sono legate le emozioni per una vittoria o per una sconfitta, le passioni e la solidarietà che si creano all’interno di un gruppo, i valori universali come la disciplina, l’amicizia e la lealtà, che sono d’altronde, alla base di quel rispetto sia per la propria squadra, sia per gli avversari, affinché le partite siano confronto e non scontro.
Raimondo ha affermato che oggi, fortunatamente, il calcio giovanile inizia ad essere a misura dei ragazzi e cioè, più movimento, divertimento, meno agonismo, fattori questi, fondamentali per la loro crescita. Anche perché, ha continuato il prof., ieri si giocava per ore per strada e sui campi della periferia, all’aria aperta, si viveva in parole povere il proprio ambiente, cosa oggi impossibile per i ragazzi fare un’esperienza del genere dato che passano molto tempo in casa, fra telefonino, computer, televisione e video giochi.
Ma ciò che maggiormente ha colpito è stata questa convinzione: «… Penso che occorra ritornare alla “strada”. Allenare i ragazzi a saper affrontare le difficoltà, a scuola notiamo una fragilità diffusa e una carenza sul piano motorio spaventosa, eccessiva direi”».
Ha concluso con un pressante invito: “Giocare per divertirsi giocare con lealtà, attenersi alle regole, rispettare i compagni. Gli avversari, gli arbitri, accettare le sconfitte, rifiutare la violenza in ogni forma, Questo significa avere a cuore il destino dei ragazzi, per i genitori, per l’insegnante, per ogni allenatore”.
Lo storico Pietro Capogrosso ha poi trattato i temi dello sviluppo emotivo, fisico e sociale sintetizzando “l’identità sociale di Tajfel”, l’interazione pratica del soggetto con l’oggetto di Piaget”, la “filosofia del Calcio di Tolone”, la “felicità di Sisifo di Camus”, “il calcio una metafora della vita di Sartre”, continuando con Kirchmaier, Pasolini e Galeano, il tutto con grande facilità ed elementarietà.
La parola infine è passata ad Ivo Dal Moro, capitano di lungo corso dell’A.C. Manduria degli anni ‘60 e ‘70, che si è soffermato sulla sua esperienza giovanile con i ragazzi della Spal, dove era di rigore l’impegno, la lealtà e la correttezza. Presupposti, questi, che hanno premiato alcuni ragazzi della sua covata, da Capello a Reja, da Scali a Cantagallo.