Il depuratore della discordia
C’era una volta una cittadina tranquilla di circa settemila anime ubicata a sei chilometri dal mare, ma per ironia della sorte, nessun potere sulle coste.
Manduria e Porto Cesareo la fanno da padrona, ognuna di esse ha diciotto chilometri di costa da gestire con difficoltà: terre di confine, abbandonati a se stesse, terre bruciate con carenza di servizi (manca l’acqua, le fogne, la pubblica illuminazione, le strade). Ci riferiamo ai borghi principali che sono Torre Colimena, Specchiarica e Punta Prosciutto, località note al turista nazionale e internazionale e che brillano di luce propria. Due perle incastonate nel mar Ionio.
La situazione politico economica di Avetrana non è tale da alimentare desideri di acquisizione di larghi consensi: parte della popolazione locale che per ragioni varie è costretta ad espatriare e la restante parte è dedica prevalentemente al settore agricolo; poche aziende locali a conduzione familiare; negli ultimi anni si sta sviluppando il settore turistico alberghiero, la cui rappresentazione più evidente è quella di Urmo Belsito con sbocco nel mare di Specchiarica. E’ l’unica fonte di reddito per gli avetranesi.
Tale situazione economico-politica abbastanza modesta e fragile è sempre risultata negli anni un terreno fertile per gli insediamenti irriguardosi dei luoghi; ieri la centrale nucleare rimandata al mittente da una popolazione compatta.
Oggi, il depuratore consortile, concepito da una mente apparentemente lungimirante: una grossa opera costosa che stimola gole profonde? Non si può infatti immaginare tale progettualità senza la pur minima entità dì essenzialità: acqua e fogna .
Due grosse città dell’entroterra Sava e Manduria attualmente cointeressate al progetto, potevano singolarmente o insieme provvedere al proprio sistema di depurazione in loco, naturalmente attrezzandosi e completandosi con la condotta fognaria, senza perciò guardare alle coste privi di acqua e fogna. Come giustificare il tutto? Avetrana e Maruggio si sono dotate autonomamente di una propria depurazione, e, se ci fossero i requisiti di acqua e fogna, potevano allargare il loro raggio di azione lungo le coste.
Un progetto scellerato e irrazionale, come è stato definito dal conduttore de L’Arena Gilletti e dalla signora Romina Power, e volutamente allocato acconto all’unica zona con attività turistica avetranese quasi come uno sfregio.
In tutto questo divenire (10 anni circa) la politica è stata abbastanza coinvolgente: prima il governatore Vendola si è prodigato per attuare tale progetto; l’altro governatore, quello attuale (Emiliano), blocca il depuratore con fantasiose modifiche alternative, ma con proficuo e stupefacente arrivismo, si adopera anch’egli per la persistenza del sito , non curandosi dell’eventuale devastazione di un’ampia area delle coste e del danneggiamento conseguenziale del turismo condominiale.
Caro governatore Emiliano, noi Avetranesi abbiamo riposto tanta fiducia nella sua persona e nelle sue idee di “democrazia partecipata”, ma non giustifichiamo il suo atteggiamento nei riguardi delle due opere del Salento, T.A.P., opera strategica per l’Italia, e la scellerata quanto irrazionale opera del depuratore consortile Sava e Manduria, caparbiamente voluta nel sito a contatto dell’Urmo Belsito.
La popolazione avetranese, lo ribadiamo, non tollera, per le ragioni sue esposte, la posizione di tale depuratore, e, come per la centrale nucleare rimanderà tutto al mittente.
Ci aspettiamo dalla sua persona un comportamento meno schizofrenico, così come anche per il riordino ospedaliero,
e più rispettoso della volontà popolare.
Noi tutti lo ricordiamo con la schiena dritta come quando ci fu la vertenza “Punta Perotti”. Questa sua nuova veste ondivaga non le si addice. Per un po’ di visibilità, non si può sacrificare l’interesse nazionale per il locale egoistico, non si possono far ricorsi coi soldi dei pugliesi contro una causa sbagliata e stigmatizzata da una sentenza dello Stato; non si possono aizzare le popolazioni contro il governo centrale; il suo compito, caro governatore, è calmare gli animi e vigilare che tutto sia ripristinato al meglio e al più presto. Da noi invece, il depuratore devasta e, per sempre.
Si invita inoltre il sindaco Massafra a non farsi strumentalizzare dalla Regione e di prendere una pausa di riflessione. Le sue decisioni possono avere conseguenze deleterie sui luoghi e compromettere del tutto l’economia del vicino. Può addossarsi tali responsabilità? Se avesse la sua abitazione vicino a quelle ipotetiche vasche come reagirebbe?
Salviamo la zona. Tutto questo è razionalità e non emotività, come la TAP.
Si rimprovera all’amministrazione avetranese che ha firmato per il sito, ma quali erano le condizioni di allora? Il si suona come un ricatto.
Aldo Cosma