In tanti conoscono la sua voce: è quella di Evangeline Lilly, protagonista del telefilm “Lost”
E’ originaria di Sava. Ha parenti anche a Manduria. Daniela Calò ha sangue pugliese. Si sente pugliese e non disdegna, anche durante l’intervista, di far sentire come il suo dialetto savese non sia stato per nulla scalfito dai tanti anni di lontananza dalla Puglia: Torino prima e Roma poi.
Di Daniela in tantissimi conoscono la voce: la sua, infatti, è quella di Evangeline Lilly, protagonista del telefilm “Lost”. Lei, infatti, è una delle più brave doppiatrici italiane. E proprio per la interpretazione di Evangeline Lilly, nel 2006 ha vinto, nell’ambito della rassegna “Voci nell’ombra 2006” di Finale Ligure, l’Anello d’Oro come Miglior Voce Femminile nei doppiaggi. Un riconoscimento di grande prestigio, molto ambito nel settore del doppiaggio.
Eppure Daniela, al doppiaggio e al mondo della recitazione più in generale, ci è arrivata, come spesso accade, quasi per caso.
«Il mio papà è di Sava, mentre mia madre è di Sammichele di Bari» si presenta Daniela Calò, tanto cordiale e simpatica quanto umile. «Siamo andati presto a vivere a Torino, anche se io, da adolescente, restavo in Puglia per quattro-cinque mesi. Di solito, per scendere giù, finivo prima la scuola e la iniziavo più tardi. Sento miei, ancora, quei posti in cui sono nata e cresciuta. Vivendo in due parti dell’Italia così lontane e diverse, spesso mi è capitato di sentirmi “estranea” sia a Torino (dove forse avvertivano qualche lieve inflessione pugliese), sia a Sava (dove invece captavano la cadenza piemontese). Anche se io mi sono sempre comportata normalmente».
A Torino, mentre frequentava la scuola media, la svolta della vita di Daniela.
«Fui coinvolta in una recita: i docenti decisero di portare in scena “Dodicesima notte” di Shakespeare. Inizialmente non ero convinta di esserne capace. Invece, evidentemente, la rappresentazione andò bene. Tant’è che la nostra scuola partecipò ad un concorso aperto anche a compagnie di professionisti, piazzandosi fra i primissimi posti».
Per Daniela era insomma scoccata la scintilla.
«Mi iscrissi in un corso di recitazione e dizione al teatro Nuovo di Torino, diretto da Enza Giovine. Ho iniziato a recitare in teatro: a 16 anni il mio debutto con un’opera di Pavese. Ho lavorato tanto in quel periodo e ricordo, con piacere, di avere imparato molto dai registi Filippo Crivelli e Walter Malosti».
In teatro è stata impegnata sino all’età di 25 anni. Poi ha avuto la possibilità di recitare anche in opere di prosa per la radio della Rai. Qui si mate-rializza un’altra svolta per Daniela.
«Cercavano una conduttrice per programmi per bambini. Si trattava di sketch da interpretare e gestire. Decisi di accettare di vivere questa esperienza, che mi ha molto divertito: il programma si chiamava “Glu glu”. Era trasmesso da Rai Sat, nel palinsesto dedicato ai ragazzi. Poiché si registrava a Roma, decisi di trasferirmi nella capitale. Poi, però, il programma finì e io mi posi l’interrogativo per il futuro».
Daniela Calò scelse la strada dei doppiaggi. Che sinora non ha più lasciato.
«Trovai subito lavoro e non ebbi difficoltà a svolgerlo nel migliore dei modi. Credo che scelsi il doppiaggio senza immaginare che sarebbe diventato, da lì a poco, un lavoro così intenso per me. Sono arrivata disincantata, ma poi mi sono innamorata di questo lavoro e sono stata anche ricambiata».
Da allora l’attrice savese ha fatto di tutto: ha doppiato film, telefilm e cartoni animati. Ha lavorato nelle più importanti case di doppiaggio italiane: è stata diretta da Gianni Galassi, Carlo Cosolo e Francesco Vairano.
«Ho lavorato accanto ai doppiatori più bravi: insieme a loro sono cresciuta. I personaggi più importanti che ho doppiato? Beh, sono molto conosciuta per aver dato la voce ad Evangeline Lilly in “Lost”. Ma ho doppiato anche Carla Gugino in “Sin City”, Kate Austin, Emily Watson in “Un giorno per sbaglio”, e ancora Anne Hathaway. Ho doppiato anche Marion Cotillard in un film che è appena uscito nei cinema. Ma non ho mai conosciuto direttamente nessuna delle attrici che ho doppiato. Il futuro professionale? Spero di poter interpretare qualche film. In tanti mi apprezzano, ma non ho ancora avuto la chance che cercavo».
Daniela Calò vive, ora, stabilmente a Roma. Ma promette un ritorno in Puglia per la prossima primavera.
«Prima venivo più spesso. Ma ora i tanti impegni professionali mi tengono un po’ più lontano da Sava e da Manduria, dove ho tanti parenti (anche se lo scorso anno è venuto a mancare il mio zio amatissimo di Manduria). Ma prometto che, in primavera, ritornerò a mettere piede nella mia terra natia».
Qualcuno può aver notato Daniela Calò anche negli spot della “Famiglia toccasana”, di “Moment 200” e di Bilba
Qualcuno può averla notata in alcuni spot pubblicitari televisivi: ad esempio quelli della “Famiglia Boccasana”, di Moment 200, del Monte dei Paschi di Siena, e di Bilba di Cadey.
Daniela Calò è però molto conosciuta ed apprezzata per aver dato voce a tanti attori stranieri che hanno recitato in film di successo: ad esempio Carla Gugino in “Sin City” (il personaggio era Lucille), in “Sguardo nel vuoto” (Janet), e in “Corsa a Witch Mountain” (Alex Friedman); o a Anne Hatha-way in “I segreti di Broke-back Mountain” (Lureen Newsome Twist), e “Becoming Jane”. (Jane Austen).
Se volete apprezzare la bravura di Daniela è possibile farlo, in questi giorni, assistendo al film “Nemico pubblico”, in cui doppia Marion Cotillard (Billie Frechette è il personaggio doppiato dalla bella e brava Daniela).
L’elenco delle sue interpretazioni è lunghissimo. Possiamo aggiungere che oltre ai film per i cinema, Daniela Calò ha prestato la sua voce per doppiare le protagoniste di film d’animazione, di mini serie tv (“Empire”, “Jesus Video – L’enigma del Santo Sepolcro” e tanti altri), di telefilm (“The O.C.”, “Lost”, “E.R. – Medici in prima linea” in cui era la voce di Doris Pickman, “90210”, “Squadra speciale Cobra 11”), di soap opera e telenovelas (“Febbre d’amore”) e di cartoni animati.
In teatro ha recitato anche nelle seguenti opere: “Il rossetto sull’ostia”, “Pazze regine”, “Monstrum”,”Non aprire la porta scorrevole”, “La favola dell’arte”, “Il teatro del teatro”, “Sogno di una notte di mezza estate” (regia di Valter Malosti) e in tantissime altre.