sabato 23 novembre 2024


20/12/2017 07:06:20 - Avetrana - Attualitą

Il resoconto del convegno promosso dalla Confederazione Italiana Liberi Agricoltori di Avetrana

 

Andare oltre la monocoltura dell’ulivo per rendere più remunerativa l’agricoltura e per cercare di arginare la “fuga” delle nuove generazioni.

E’ il messaggio lanciato nel corso di un convegno promosso dalla Confederazione Italiana Liberi Agricoltori di Avetrana e moderato da Roberto De Petro, presidente dell’Associazione Italiana Stampa Agricola. Ad analizzare il preoccupante quadro economico e demografico della cittadina avetranese è stato Nicola Spagnuolo, presidente della C.I.L.A. del comprensorio orientale.

«Il decremento della popolazione residente è il primo dato che voglio proporvi: nel 1991 Avetrana contava 8.442 abitanti; dieci anni dopo la popolazione è scesa a 7.303 abitanti (-1.139); al primo gennaio del 2017, infine, all’Anagrafe del Comune erano iscritti 6.700 abitanti (-603)» ha ricordato Spagnuolo. «Da questo dato emerge la fuga di giovani e meno giovani, alla ricerca di un lavoro che qui non si trova più.

Ad Avetrana la popolazione attiva (più di 16 anni e meno di 65) è di 3.672 unità. Esistono ben 1.396 aziende agricole per una percentuale del 38,02% rispetto alla popolazione attiva (in provincia, solo Martina ha una percentuale maggiore). Su circa 4.302 ettari di superficie agricola utilizzabile, 544 ettari sono coltivati a vigneto (12,64%), ben 3.064 ad uliveto (71,21%) e 636 a seminativo. Le giornate lavorative prodotte dall’agricoltura sono 102.972, di cui 82.728 nel solo settore olivicolo.

Quando le annate vanno bene (ormai sempre più raramente), la gente è felice e sorridente (come sta accadendo quest’anno). Ma quando le calamità o altre problematiche pregiudicano qualità e quantità di olive raccolte, l’economia subisce durissimi colpi».

Spagnuolo ha rimarcato la necessità di diversificare le colture.

«Ci consentirebbe di avere redditi alternativi nelle annate in cui la produzione di olive non è remunerativa» ha sottolineato Spagnuolo. «Peraltro, un ettaro coltivato a Primitivo rende 3,5 volte in più rispetto ad uno coltivato a ulivi; un ettaro di melograno 4 volte in più, uno di ciliegio  6 volte in più, uno di pomodori 5,5 volte in più, uno di mandorle 3 volte in più.

In provincia abbiamo esempi di come queste colture siano redditizie. C’è bisogno di un tavolo tecnico, al quale la nostra organizzazione garantirà la presenza di esperti, per programmare una nuova agricoltura».

Il sindaco Antonio Minò, presente all’evento, ha offerto la disponibilità dell’Amministrazione ad essere presente al percorso di rinnovamento dell’agricoltura.











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