Per sette di loro la pena è sospesa per 7 anni
Condannati ad un’ammenda di 1.225 euro per aver manifestato contro l’ubicazione del depuratore lungo la strada provinciale “Tarantina”, all’altezza del bivio per il Chidro. E’ la condanna inflitta a otto avetranesi, colpevoli di aver violato, secondo quanto riportato dal decreto penale di condanna del giudice per le indagini preliminari Benedetto Ruberto, il Regio Decreto numero 773 del 18 giugno 1931, contenuto nel testo unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza. In altre parole, avrebbero manifestato, bloccando il transito degli autoveicoli, senza aver ricevuto il preventivo assenso da parte degli organi preposti a garantire la sicurezza nelle manifestazioni pubbliche.
Per sette di loro, però, la pena pecuniaria, diminuita al di sotto del minimo edittale, è sospesa per due anni, a termini e condizioni di legge. Pena che diventerebbe esecutiva qualora uno o più soggetti sanzionati dovessero commettere nuovamente il reato. Ad uno degli otto avetranesi condannati, invece, la pena non è stata sospesa. Probabilmente avrà dei precedenti.
Alcuni dei sanzionati, ascoltati ieri sera, hanno annunciato che, non appena sarà loro notificato il decreto di condanna, impugneranno l’atto. In tal senso, hanno quindici giorni di tempo per proporre opposizione, a partire dalla data di notifica dell’atto.
Come è noto, nella primavera scorsa a più riprese gli ambientalisti di Avetrana (in particolar modo) e quelli di Manduria (in numero ridotto), si mobilitarono per cercare di impedire l’apertura del cantiere per la costruzione del depuratore consortile. In un paio di circostanze, gli agenti della Polizia di Stato verbalizzarono le generalità di alcuni manifestanti, facendo notare che non era stata concessa alcuna autorizzazione a manifestare in quell’area, bloccando peraltro il traffico automobilistico.
Fra gli otto condannati, anche un attuale amministratore e un ex amministratore.