Ribadita l’esigenza di essere compatti
«C’è fiducia sull’esito del ricorso al Tar, attraverso il quale abbiamo sostanzialmente contestato il rinnovo della Valutazione di Impatto Ambientale, avvenuto semplicemente attraverso la perizia giurata di un alto funzionario di Aqp e senza preventivamente coinvolgere, nuovamente, i Comuni e gli altri enti interessati».
Gli ambientalisti di Avetrana e Manduria si sono ritrovati, domenica sera, nell’aula consiliare di Avetrana per tracciare il punto sulle vicende del depuratore consortile, i cui lavori sono fermi, ormai, da diversi mesi. L’obiettivo congiunto della sezione locale di Italia Nostra e degli altri firmatari del ricorso (sono complessivamente 14) è proprio quello di inficiare alcuni atti dell’iter dell’impianto depurativo, con l’interno di rimettere in discussione l’intero progetto e di cercare di ottenere la localizzazione in un’altra area.
«AQP si è costituita attraverso lo studio legale “Sticchi Damiani”, mentre il Comune di Manduria ha affidato il proprio incarico all’avvocato Pellegrino» è stato ricordato attraverso i vari interventi che si sono susseguiti. «Hanno scelto il meglio dei legali che il Salento offre: evidentemente hanno paura».
Sul ricorso di Italia Nostra si è soffermato uno dei due legali che lo ha elaborato, l’avv. Manca. Si è appreso che, probabilmente, potrebbe essere discusso entro la fine di aprile.
Molte critiche sono state rivolte al commissario straordinario di Manduria, Francesca Adelaide Garufi, che ha deciso la costituzione del Comune da lei rappresentato contro il ricorso di Italia Nostra.
«Spende dei soldi dei contribuenti in una causa non condivisa dalla base» è stato rimarcato. «La gente vuole il contrario: chiede da anni la localizzazione del depuratore nell’entroterra».
Qualcuno ha anche ipotizzato una manifestazione di protesta da attuare a Manduria.
In quasi tutti gli interventi è stata sottolineata la necessità di unire le forze e le energie per centrare quello che è l’obiettivo comune.
«I cittadini di Manduria, Avetrana e dei paesi limitrofi hanno espresso sin dall’inizio il proprio dissenso alla realizzazione dell’opera, contestandone le dimensioni e la conseguente localizzazione nei pressi della costa» la posizione del presidente della Consulta, Francesco Di Lauro. «Della loro volontà non si è mai tenuto conto e tutt’ora si continua nel proposito di portare a termine l’impresa, mantenendone la primitiva ubicazione, nonostante lo stesso AQP abbia in progetto dimezzato le dimensioni dell’impianto, con ciò dando implicitamente ragione ai cittadini medesimi».