L’intervista al regista e produttore Andrea Costantini
Ad Avetrana non solo come turista.
Andrea Costantini, un bravo attore romano, un apprezzato regista e, da una quindicina di anni, un produttore di successo, sta trascorrendo ad Avetrana questi ultimi giorni di luglio. Si gode il sole e la buona gastronomia di questa terra e, nel contempo, mette a disposizione la propria professionalità in uno stage intensivo di recitazione promosso da Vito Mancini, anch’egli attore, formatosi nelle scuole di recitazione romane dopo aver raggiunto la notorietà con la partecipazione, qualche anno addietro, alla trasmissione “Grande Fratello”.
«Conosco da tempo la Puglia, in particolare Brindisi. Grazie anche al sostegno di Apulia Film Commissione, questa terra è ormai diventata un set aperto per film e fiction» rimarca Costantini. «E’ una terra bellissima: non vi manca niente. Un mare stupendo, la collina, le bellezze paesaggistiche. Per non parlare del cibo..».
Da giovedì, all’interno del fantastico Torrione di Avetrana, dirige, con la sua indubbia maestria, uno stage intensivo di recitazione. Un’opportunità unica per i tanti ragazzi che sognano di affinare il proprio talento.
«L’idea è nata poco tempo fa parlando con Vito Mancini» spiega Andrea Costantini. «Abbiamo voluto portare un’esperienza già consolidata a Roma in questo vostro splendido angolo di Puglia per verificare la risposta del territorio. Accade sempre più sovente che i ragazzi partano alla volta di Roma per studiare recitazione. E’ l’unica città che lo consente in Italia. Questa volta è accaduto il contrario: abbiamo portato un’organizzazione molto attiva a Roma (da me sono passati anche attori che ora sono delle star) in Puglia e abbiamo avuto il piacere di ricevere anche le iscrizioni di sei attori romani che sono qui ad Avetrana, oltre che di ragazzi e di gente adulta della zona».
Fra Andrea Costantini e i suoi nuovi allievi il feeling è stato immediato.
«Io indico loro la strada e li accompagno in questo percorso. In fin dei conti, bisogna mettersi in gioco esattamente come quando si era bambini: con il gioco, si divertono a recitare. Crescendo, si perde la sensibilità, che, invece, va recuperata. Spesso arrivano da me veri e propri talenti, che sarebbero arrivati ugualmente al successo. Io li aiuto, magari sbloccandoli. Se sei convinto e senti una passione che ti brucia dentro, non perdere l’occasione. Ecco, in alcuni casi io, nei miei allievi, accendo la passione. Poi sta a loro integrarsi nel sistema e far diventare una professione questa loro passione».