Il Comune di Avetrana rileva come “le criticità manifestate in tale progetto siano molteplici, a cominciare da quelle strategiche del territorio per gli abitati di zona Ulmo e San Pietro in Bevagna”
L’Amministrazione comunale di Avetrana è di parola: ha inviato alla Regione, a seguito della conferenza dei servizi sul depuratore del 3 luglio scorso, un documento di osservazioni allo studio di impatto ambientale ed alla localizzazione delle varie opere complementari depuratore consortile Manduria e Sava. Il parere verso la localizzazione del depuratore in zona “Urmo” è negativo.
A darne notizia è il sindaco di Avetrana, Antonio Minò, che, insieme alla sua Amministrazione e facendosi portavoce dei propri cittadini, continua la battaglia finalizzata ad ottenere la delocalizzazione dell’impianto di depurazione.
«L’Amministrazione del Comune di Avetrana con il sindaco Antonio Minò, in riferimento alla conferenza dei servizi che si è tenuta presso il Dipartimento Mobilità, Qualità Urbana, Opere Pubbliche, Ecologia e Paesaggio della Regione Puglia il 3 luglio del 2018, ha inviato le proprie osservazioni relative agli scarichi complementari del depuratore consortile Manduria e Sava» è riportato in una nota del Comune di Avetrana che reca la firma del sindaco Antonio Minò. «Osservazioni tecniche rilevate a firma del tecnico esperto ambientale geologo Giuseppe Masilla.
Da tener presente come il progetto illustrato in data 3 luglio 2018 risulti una sostanziale variante a quello precedente. Le criticità manifestate in tale progetto sono molteplici, a cominciare da quelle strategiche del territorio per gli abitati di zona Ulmo e San Pietro in Bevagna.
Non è stato preso in considerazione l’impatto ambientale e la qualità dell’aria, non è stato preso in considerazione un’alternativa di delocalizzazione e inoltre non è stata presa in considerazione, volutamente ignorata, la proposta condivisa nel verbale del 7 aprile del 2017 (ipotesi C), che prevedeva la localizzazione del depuratore in contrada “Serpenti”. Pertanto le criticità espresse inducono il sindaco ad un parere sfavorevole».