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27/02/2022 08:59:15 - Manduria - Cultura

A cento anni dalla nascita, la Gattiana si propone di far conoscere e valorizzare la figura e l’opera del grande maestro di Vho di Piadena, dove in ventidue anni di insegnamento ha messo in atto, sommessamente, una vera e propria rivoluzione metodologica e pedagogica

In una primavera che inizia di continuo e che non ha fine mai, la natura ci partecipa il suo risveglio, parlandoci di coraggio, di ribellione, di vita. E per farlo usa la penna e la sensibilità di Mario Lodi, maestro elementare illuminato, all’indomani del secondo conflitto mondiale,sia nel campo didattico che pedagogico. L’apprendimento fondato sull’esperienza del bambino, la classe come laboratorio del “fare insieme”, una scuola incentrata sulle norme, sui diritti e sui doveri della Costituzione, capace di formare cittadini rispettosi delle opinioni altrui e in grado di esporre democraticamente le proprie, protagonisti attivi del processo di ricostruzione di una società consapevole e democratica.

A cento anni dalla nascita, avvenuta il 17 febbraio 1922, la Gattiana si propone di far conoscere e valorizzare la figura e l’opera del grande maestro di Vho di Piadena, dove in ventidue anni di insegnamento ha messo in atto, sommessamente, una vera e propria rivoluzione metodologica e pedagogica.

Il coraggio di ‘Bandiera’, la foglia che vuole sfidare il proprio destino, la temerarietà di ‘Cipì’, il passerotto che ha fretta di crescere, sono solo due delle lezioni di vita che il maestro Lodi impartisce dalle pagine dei suoi libri, scritti con e per i suoi allievi.

In queste, come in altre sue opere emerge, immenso, il pensiero pedagogico di Mario Lodi, che ci piace riassumere nella seguente sua citazione: «La scuola la vorrei senza pagelle e con tante cordiali chiacchierate coi genitori, perché, alla fine, invece di una bella pagella, si abbia un bel ragazzo, cioè un ragazzo libero, sincero, migliore comunque».

‘Cipì’ è un piccolo passero ricco di emozioni,che insegna ai bambini l’importanza della curiosità per imparare e,nel rispetto e nella prudenza, conquistare un po’ alla volta la libertà. Quando a uno a uno i bambini uscirono dal banco per andare a guardare cosa succedeva sui tetti di fronte, il maestro andò in mezzo a loro e … «Così nasce Cipì: il mondo reale si trasformava con la loro fantasia negli episodi del pericolo del gatto (“l’animale coi baffi e con gli artigli invisibili che cammina senza far rumore e dorme con un occhio chiuso e uno aperto”), dell’innamoramento (“Passerì si avvicinò a Cipì e con la punta del becco lo baciò sulla testolina”), dell’aiuto per chi si trova in difficoltà (“Cipì le portò chicchi e piccoli insetti e l’imboccò con pazienza, proprio come la sua mamma aveva fatto con lui quand’era piccino”), delle tentazioni attuate dagli imbroglioni per incantarli (“Amici, la verità è questa: il signore della notte inganna i nostri passeretti, li attira con false parole e li uccide”), e tanti altri».Il messaggio di Cipì è universale: essere laboriosi per mantenersi onesti, essere buoni per poter essere amati, essere accorti per distinguere il vero dal falso, essere coraggiosi per difendere la libertà.

‘Bandiera’ narra la vita di un vecchio ciliegio, scandita dal ritmo delle stagioni. La storia comincia a primavera «quando il sole con le punte di fuoco dei suoi raggi, riesce a fare il primo buco nella coperta grigia del cielo ricamata di nuvole, sotto la quale dormono le cose della terra tutto ’inverno». In pochi giorni nascono tutte le foglie, verdi, lucenti, ognuna con un proprio caratterino: ‘Capriola’, ‘Ombretta’, ‘Solemio’, ‘Amicastella’ e poi ‘Bandiera’, chiamata così perché «da brava sentinella osservava tutto, trasmetteva alle compagne quel che vedeva, come un cronista racconta una partita»per avvisare di eventuali pericoli l’intera famiglia delle foglie.Arrivato l’autunno, Bandiera, curiosa e indomita, resiste con tutte le sue forze per non staccarsi dall’albero: «Il vento era impazzito. Non aveva mai trovato una foglia così impertinente e così forte». Coraggiosa, ci riesce, scoprendo così la rugiada («L’aria fredda passava tra le cose e le ricamava»), la neve(«milioni di stelline che cominciarono a volare per il cielo come tante piccole farfalle in cerca di un posto dove posarsi») e tutte le altre meraviglie dell’inverno («Bello! Fantastico! — pensava intanto Bandiera (…) — E dopo? Cosa verrà dopo?»). Aveva lottato, sofferto e resistito proprio per quello, per vedere cosa sarebbe venuto dopo e, al risveglio primaverile, raccontare a papà ciliegio che «— C’era tutto il mondo a letto e tu avevi la cuffia da notte e la coperta bianca tirata fin sulle orecchie» e alle piccole sorelle appena spuntate, verdi e giovani,che «— Il mondo è bello ma per essere felici bisogna lottare sempre».

E’ tutto chiaro!Innumerevoli gli spunti di riflessioni per gli umani adulti. ‘Cipì’ e ‘Bandiera’ (corredati dalle illustrazioni dei bambini di Vho di Piadena) sono disponibili in biblioteca. Buona lettura.

 











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