Spinti dai gravi avvenimenti di questi giorni, Archeoclub Manduria propone un segnalibro speciale per i più piccoli
Conosciamo già Cipì, il simpatico passerotto protagonista dell’omonimo libro del maestro Mario Lodi, per averne parlato nella rubrica LA GATTIANA CONSIGLIA del 27 febbraio scorso. Spinti dai gravi avvenimenti di questi giorni, proponiamo qui un segnalibro speciale per i più piccoli, riportando, con preghiera di massima diffusione sotto tutti i cieli sofferenti del mondo abitati da bambini, un brano tratto dal capitolo intitolato ‘La guerra’.
«Quella stessa sera, Palla di fuoco si era appena coricato quando il vento della collina, strisciando fra i comignoli, arrivò urlando: — Via! Via!(…)
— Cosa sarà successo? — ripeté Cipì incuriosito, stava per uscire quando i due venti si scagliarono l’uno contro l’altro, menando frustate a destra e a sinistra. Cipì, colpito da una frustata che gli scompigliò le piume, batté la testa contro la tegola». (…)
Ora si udiva, confuso ai sibili delle frustate, il brontolio di qualcuno molto arrabbiato che s’avvicinava a grandi passi facendo traballare il cielo.
Le stelle, che avevano appena acceso il loro lumicino, senza fiatare lo spensero, si chiusero in casa e andarono a letto tremando. (…)
Che notte! Il nuvolone brontolava: — Dove sono i nemici? Buuumm. Se li trovo li accomodo io! Buuumm —. E accendeva un altro fiammifero per scovarli. Cipì osservava meravigliato e tremante.
Il cielo era un campo di battaglia: ad ogni lampo si vedevano sempre nuovi combattimenti: svelte nuvole che scivolavano le une sopra le altre, nuvoloni neri che si guardavano minacciosi pronti a saltarsi addosso. Per tutta la notte si radunarono sonando trombe e tromboni ed al mattino si lanciarono all’assalto. (…)
— All’attacco! — urlava una nuvola alle compagne.
— Sterminateli tutti! — ordinò il nuvolone con un rombo che fece tremare le tegole.
Le nuvole galoppanti si lanciarono alla carica contro il muro nero e ad un tratto partì una cannonata: ma il proiettile rimbalzò a zig zag contro le corazze, crepitò e tirandosi dietro il fuoco sbatté con la testa contro la terra che sobbalzò. (…)
Le nuvole non cedettero, si unirono e ripeterono l’assalto: stavolta la cannonata trapassò il nuvolone e andò a scoppiare contro un albero, che s’incendiò.
Allora accadde il finimondo: piccole nubi veloci uscirono dal nuvolone come reattori e lanciarono una mitragliata di proiettili di ghiaccio che crepitarono sui tetti.
— Scappiamo al bosco! Andiamo via da qui! (…)
E Cipì: Restate! Il tetto rimbomba, ma ci salva!
Purtroppo molti cedettero alla paura e si lanciarono fuori: qualcuno fu ucciso sulla soglia, altri caddero nel cortile, nessuno arrivò alle piante del bosco.
Intanto la guerra divampava: cannonate da ogni parte, assalti, comandi rabbiosi, nuvole disfatte gridavano con la camicia strappata, altre, impazzite, abbracciavano le nemiche credendole amiche, altre si scioglievano in pianto.
La guerra durò tutta la mattina e solo nel tardo pomeriggio Palla di fuoco riuscì a mettere un poco di ordine nel cielo devastato.
— Ecco che cosa capita a chi si azzuffa! Guardate come sono ridotte! — esclamò disperdendo le ultime nuvole. Poi allungò le sue calde braccia nel cortile, nel bosco e sui prati a tirar su la testolina dei fiori e a carezzare pietosamente i corpi freddi dei passeri uccisi. Infine, alzò le sue lance dorate in un arco di meravigliosi colori che abbracciava tutta la terra in segno di pace.
Allora gli uccelli uscirono dai rifugi e ripresero la vita interrotta dalla guerra.
— Chi ha vinto la lotta? — si domandavano.
— Nessuno.
— Anche le altre volte?
— Sempre.
— E perché la fanno?
— Chi lo sa?!