La cronaca minuziosa di azioni e operazioni che caratterizzano l’attività nel campo di aviazione di via per Oria in quei tre anni. Un libro che narra la grandezza della nostra aviazione e il coraggio dei nostri piloti
Storie, aneddoti e curiosità su “L’attività operativa del campo d’aviazione militare a Manduria tra il 1940 e il 1943”.
Pietro Capogrosso, “metalscrittore” fine e scrupoloso, raccoglie in un volume (edito da Filocalia), gli interessanti risultati di una sua nuova ricerca. Quella, appunto, sull’attività operativa del campo di aviazione militare a Manduria tra il 1940 e il 1943. Un segmento di storia, questo, ancora inesplorato. Tanto si è scritto e detto sulla presenza dei bombardieri americani a Manduria dopo l’armistizio. Molto poco, invece, era stato raccolto sulla nascita del campo di aviazione e sulla sua operatività nei tre anni della Guerra.
Capogrosso apre il suo volume con un capitolo dedicato alla nascita dell’aviazione italiana, per poi dedicarsi alla genesi del campo di aviazione di via per Oria, che avrebbe avuto un ruolo di primo piano durante la Guerra.
“Sono passati appena sei mesi dall’inizio della guerra e, grazie a 230mila giornate lavorative, il campo può ritenersi pronto per i suoi compiti» racconta l’autore. «Sono state smantellate protuberanze di roccia viva e colmati avallamenti, permettendo così il livellamento generale del sedime aeroportuale. Sono state montate quattro baracche, in legno per Ufficiali, ognuna composta da sedici camere complete di servizi, e altrettante baracche per i Sottufficiali, completati gli allacciamenti di uffici e di cucine, portati negli alloggi-truppa lavandini, gabinetti, docce e riscaldamenti”.
Il campo di aviazione è insomma pronto. Ma prima di narrare la parte più suggestiva e drammatica delle vicende storiche che videro protagonisti gli uomini dell’Aeronautica Italiana, Capogrosso si sofferma su un altro aspetto, che avrebbe fatto discutere sino alla fine del secolo scorso: aeroporto di Manduria o di Oria?
Già in quella fase si avviò la contesa fra i due centri: il campo di aviazione è molto più vicino al centro abitato di Oria, ma si estende, per la maggior parte, in agro di Manduria. A spuntarla è Manduria.
Solo una contesa di campanile? Affatto.
«La denominazione porta come conseguenza che i militari nel campo, nelle ore di libera uscita, anziché far capo a Oria, si riverseranno a Manduria, con sensibile danno delle attività di tutti i pubblici esercizi del comune brindisino» rimarca Pietro Capogrosso.
L’autore passa, quindi, a proporre la cronaca di quei giorni cruenti: giorno dopo giorno, a volte ora dopo ora, Capogrosso illustra tutto ciò che avveniva in quel campo, indicando nomi e cognomi di militari, piloti e meccanici che operarono a Manduria in quei tre anni. Ne vengono fuori spaccati di vita di persone “comuni”, che, con le loro peculiarità e i loro grandi e i piccoli gesti di eroismo vanno a comporre un mosaico di immagini e ricordi che nel complesso danno una visione degli anni drammatici del Secondo conflitto mondiale.
Quello di Capogrosso è davvero un diario di bordo: annota ogni operazione effettuata nel mar Egeo e nello Ionio, più in generale nel sud dell’Italia, commentando alcuni episodi dei valorosi equipaggi.
L’autore non può non rimarcare come i mezzi a disposizione dei piloti erano «alquanto fragili e difettosi”. L’impegno, l’abnegazione e il patriottismo di questi uomini, costretti ogni giorno a veri e propri miracoli in nome del dovere, viene riconosciuto ufficialmente al Comando del 13° Stormo con un messaggio del Ministero dell’Aeronautica.
Come in ogni guerra, non sempre chi decolla dal campo di aviazione di Manduria ritorna, al termine dell’operazione, alla base. Fu così, ad esempio, per il sergente maggiore pilota Giovanni Bosco, la cui salma fu recuperata nelle acque di Porto Cesareo: durante la cerimonia funebre, si sparse la voce che il pilota fosse parente con l’omonimo Santo piemontese.
Si giunge, quindi, sino al 1943.
“La situazione bellica, nel suo complesso, si aggrava quotidianamente; ormai l’iniziale baldanza dell’andare sempre avanti si è tramutata in vera e propria guerra di ripiegamento: resistere con grande eroismo e onore, prima di arrendersi o essere travolti” sottolinea Pietro Capogrosso.
Fu in quell’anno, esattamente il 3 aprile, che nell’aeroporto manduriano si registra “un’affascinante novità”: proveniente dalla Scuola Aeronautica di Bologna, arriva la prima donna, ovvero Federica Massa, una delle prime marconiste entrate in servizio nella Regia Aeronautica.
La narrazione di Pietro Capogrosso prosegue sino al mese di settembre, sino, ovvero, alla firma dell’armistizio e alla grande incertezza che si sviluppa nei primi tempi.
«Ma tutto il personale aeroportuale di Manduria rimane compatto, disciplinato. Nessuno dà segni di cedimento e a nessuno viene in mente di sottrarsi al proprio dovere e alle proprie responsabilità. Il collante che tiene tutti uniti è il carisma, la personalità e l’eroismo dei propri comandanti».
Il 27 settembre di quell’anno, arriva la decisione che fra gli aeroporti designati a ospitare la grande e potente armata aerea alleata c’è anche quello di Manduria: ospitò infatti il 450° Gruppo Bombardieri del 15° Air Force del M.A.S.A.F.
«L’aeroporto è ormai “americano” e non fa più parte di questa narrazione» scrive nelle ultime pagine Pietro Capogrosso, che conclude la sua ricerca rendendo doverosamente onore a un cittadino manduriano: Vittorio Erario.
«Schivo, combattente dell’aria che, con naturale disciplina, mantenne, sino in fondo, fede al giuramento, facendo il proprio dovere prima e dopo l’8 settembre del 1943
Il volume di Capogrosso si rivale una cronaca minuziosa di azioni e operazioni che caratterizzano l’attività nel campo di aviazione di via per Oria in quei tre anni. Un libro che narra la grandezza della nostra aviazione e il coraggio dei nostri piloti.
Interessanti anche la presentazione di Luigi Pinelli e la prefazione di un pilota manduriano, il col. pilota Cosimo Gennari.
«Pietro, con questo libro, riporta in vita quella pista e tutto l’aeroporto, affollato di aeroplani che si susseguono con decolli e atterraggi a completamento delle loro missioni, inizialmente per addestramento e successivamente per numerosissime missioni operative» rimarca il col. Gennari.
L’AUTORE – Pietro Capogrosso ha già pubblicato altri dieci libri, pagine importanti della vita politica e calcistica di Manduria, ma non solo. Ecco l’elenco:
60 anni di calcio a Manduria (1982)
Ai tempi di Salvatore (1993)
Appunti di politica manduriana 1915-1961 (1994)
Manduria e … il calcio 1957-1963 (1996)
Manduria e … il calcio 1963-1964 (1998)
La Gloriosa Unione Sportiva Manduria 1946-1951 (2001)
Il centrosinistra da Roma a Manduria 1960-1970 (2001)
La Gloriosa Unione Sportiva Manduria 1951-1953 (2009)
Superga e i ragazzi del ’49 (2012)
Avetrana al calcio d’inizio (2015)
1970-1980 anni terribili (2016)
I Ragazzi di Paolo Mazza (2017)