lunedì 25 novembre 2024


01/09/2022 13:08:38 - Manduria - Cultura

Da un foglio manoscritto conservato in biblioteca e appartenuto a Filippo Scialpi si apprende che il giorno della processione del 2 aprile 1786 fu fatta la consegna delle chiavi della città al santo

Il patronato di san Gregorio Magno (540 ca - 604) su Manduria risale, secondo la tradizione, ai primi secoli della chiesa, quando avvenne la proclamazione dei santi protettori, e comunque non oltre l’ultimo decennio dell’XI secolo (quando si ebbe la riedificazione della chiesa collegiata da parte di Ruggiero il Normanno), perché — come scrive il Tarentini nel ‘Breve Compendio della vita di S. Gregorio Magno’ — non si può pensare che fino al 1580, anno in cui si ha notizia documentata di un legato all’altare del santo «principal protettore della città», Manduria non abbia avuto nessun protettore o abbia onorato un altro patrono. Sempre nel XVI secolo, una antica memoria di solennità si ha il 12 marzo (‘dies natalis’ di san Gregorio) con la celebrazione di una messa cantata e l’accensione di alcuni ceri presso l’altare del santo nella Collegiata; ‘solennità semplice’ dunque, un ossimoro che era costume di vita religiosa per i fedeli dell’epoca, la cui devozione trovava conforto nei Sacramenti e nella partecipazione alla messa, rifuggendo da qualsivoglia sfarzo ed ostentazione. 

Nei secoli successivi tuttavia, l’attenzione dei fedeli venne maggiormente rivolta al culto di san Carlo Borromeo (canonizzato nel 1610), patrono dell’intera diocesi di Oria e ufficializzato co-patrono di Manduria. Accadde così che i fedeli — come ci informa il Tarentini — «s’infervorarono pel Protettore Diocesano S. Carlo, a segno di stabilirgli delle vere feste, nelle quali vi soccombeva perfino la stessa cassa comunale».

Sempre secondo il Tarentini, fu la profonda devozione verso san Gregorio di un predicatore quaresimale presumibilmente gallipolino, a ‘riattivare’ il culto cittadino verso l’antico illustre patrono: la sua energica azione di predicazione portò alla celebrazione, con tutti gli onori dovuti, di due solennità, il 12 marzo e il 3 settembre (data dell’ascesa al pontificato del santo). Siamo nel 1785. In questo rinnovato slancio devozionale venne commissionata una statua lignea raffigurante il santo al valente scultore napoletano Gennaro Trillocco, che la  realizzò su disegno originale del maestro Giuseppe Sanmartino. La statua venne benedetta il 2 aprile 1786 da Monsignor Alessandro Maria Kalefati, il quale la accompagnò in processione con grande sfarzo e con gioia di tutto il popolo dei fedeli.

Altri aspetti riferiti al culto del santo patrono sono trattati nella rubrica ‘La Gattiana racconta’ e sono disponibili al seguente link

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Da alcune note apposte da Michele Greco in calce alla copia di un foglio manoscritto conservato in biblioteca e appartenuto a Filippo Scialpi,  apprendiamo che lo stesso giorno della processione fu fatta la consegna delle chiavi della città al santo. Dette chiavi, offerte dal Sindaco Giuseppe Maria Barci, risultano essere di legno, mentre in un’altra nota del Greco si legge che «Nel 1838 si fanno le chiavi d’argento che costano ducati 21:52:6, fatte da Digiacomo. I fiocchi delle Chiavi vengono fatte a spese delle monache di S. Benedetto».

Di seguito si riporta la trascrizione del foglio manoscritto su menzionato (la cui foto è posta a corredo del presente post).

Amabilissimo, e vigilantissimo nostro Protettore S. Gregorio, gran Pontefice, gran Dottore, e grande Eroe di S. Chiesa. Io N.N. a nome di questo Publico, di cui debolmente sostengo le veci, siccome vi domando umilmente scusa e perdono della ingiuriosa dimenticanza, in cui per tanti anni i nostri Padri, e noi siamo stati del vostro valevolissimo Patrocinio, così vi ringrazio ancora della profittevole Protezione, che sensibilmente, e quasi prodigiosamente ci avete mostrata, subbito che abbiamo noi con qualche fervore ripigliata la confidenza nella vostra potentissima Intercezzioni. Quindi umiliato ai piedi di questo augusto trono, in cui vi godete eternamente il frutto di vostra pastoral vigilanza, di tutto cuore vi supplico di inclinare le vostre amorose pupille e guardare con parzialissimo affetto tutti gli ordini di questa Popolazione, che tutti a gara, secondo le loro forze s’impegnano a solennizzare la vostra memoria e rendere sempre più celebre il vostro gran Nome: e questa Statua che oggi a gloria vostra abbiamo noi consacrata, siccome è il primo segno della nostra filiale riconoscenza verso di Voi, così sia mai sempre per noi, e per tutti i nostri Posteri un memoriale perenne dell’ineffabile vostra beneficenza, ed un forte stimolo per crescere sempre più nella doverosa divozione verso di Voi.

Proteggete, amorosissimo nostro Padre, questo pubblico. Crescete sempre più nei beni temporali ed eterni queste famiglie. Governate questa Città; sicché sotto la vostra cileste protezione si vegga sensibilmente ripigliare l’antico lustro e la primiera fervorosa pietà; a questo effetto ve ne consegno le Chiavi, che deposito ai vostri piedi, e con esse vi consacro i nostri cuori, le nostre vite, le robbe nostre, sicché vivendo in avvenire come vostri figli, come tali possiamo ancora con esse Voi a quel Dio, che per nostro protettore vi elegga, dar gloria, ed onore per tutta l’Eternità in Paradiso.

Amen.











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