domenica 24 novembre 2024


22/01/2023 12:26:30 - Manduria - Cultura

«L’Olocausto è una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria» (Primo Levi)

Nella profondità di un tempo ‘sospeso’, quale è sempre quello che precede la Giornata della Memoria, pensare l’Olocausto non è solo un atto d’amore e di pietà verso le innumerevoli vittime (e gli ormai pochi sopravvissuti) della follia collettiva di quegli anni, ma è anche la volontà di non chiudere gli occhi di fronte a una realtà che risulta razionalmente inspiegabile, con la quale, probabilmente, non abbiamo ancora imparato a rapportarci con l’obiettività e l’onestà intellettuale che essa richiede.

A partire da oggi, e fino al 27 gennaio, sfoglieremo il ‘Dizionario dell’Olocausto’ (Einaudi, 2004). In esso, accanto ad avvenimenti, protagonisti e luoghi conosciuti,  ne emergono altri poco noti, fagocitati — forse troppo velocemente — dal famelico vortice della Storia.

Ogni post sarà completato da un video con le immagini del campo di cui si parla, tratte dal web. Tutti i video saranno accompagnati dalla canzone ‘Gam Gam’, il cui testo riprende il quarto versetto del testo ebraico del Salmo 23; l’esecuzione musicale è di Ennio Morricone, ed è la colonna sonora del film ‘Jona che visse nella balena’.

CHELMO (‘Kulmhof’, in tedesco) — Primo campo costruito unicamente in funzione dello sterminio, istituito nel dicembre 1941 in una zona a 60 chilometri da Lódź. Vi morirono, fucilati o asfissiati nei camion a gas, circa 300.000 ebrei. I nazisti distrussero il campo alla fine del 1944.

Il funzionamento dei ‘gaswagen’ ( = camion del gas, utilizzati per la prima volta dai sovietici durante le Grandi purghe staliniste degli anni Trenta) era molto semplice: i prigionieri venivano sistemati dentro il cassone dell’autocarro (sigillato internamente, come un autobus senza finestre), al cui interno veniva fatto confluire il gas di scarico del motore. Al suo interno il camion presentava un pavimento in assi di legno, pareti laterali di color bianco e la porta stagna per non permettere la fuoriuscita dei gas iniettati. L’ufficiale nazista maggiormente implicato nello sviluppo di questi mezzi di distruzione di massa fu Walter Rauff. Nel campo di sterminio di Chelmno, in Polonia, dove Rauff operò come stretto collaboratore di Himmler, furono attivi diversi ‘gaswagen’. In un documento d’archivio delle SS si legge: “Nel giro di sei mesi, tre di questi camion hanno trattato 97.000 pezzi senza inconvenienti di sorta”.

 











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