La Capitaneria di Porto di Taranto, poi, ha sequestrato 350 esemplari di ricci a bordo di un’unità di diporto fermata nelle acque davanti alla località San Vito
Nella giornata di ieri sono stati effettuati due distinti interventi per reprimere illeciti all’interno dell’Area Marina Protetta di Porto Cesareo. Nella tarda mattinata la motovedetta CP767 della Capitaneria di Porto ha individuato in località Frascone, in cui è vietata qualunque tipo di attività ad eccezione della ricerca scientifica, un pescatore sportivo che stava pescando polpi.
Il trasgressore è stato denunciato e gli attrezzi posti sotto sequestro. I 10 kg di Octopus Vulgaris sono stati devoluti in beneficienza.
Sempre nella giornata di ieri, nel tardo pomeriggio, nei pressi di Torre Inserraglio, sono stati individuati due soggetti provenienti dall’area del Tranese, che avevano pescato 1800 esemplari di Echinoidea Leske (ricci di mare), pescati illegalmente nell’area protetta e raccolti all’interno di alcune ceste, ancora vivi e vitali, e sono stati rigettati in mare con la collaborazione del personale del Consorzio dell’Area marina protetta di Porto Cesareo. Sequestrati gli attrezzi utilizzati (bombole, erogatore, oggetti per la raccolta) e irrogata una sanzione amministrativa di 2.000 euro.
La Capitaneria di Porto di Taranto questa mattina ha sequestrato 350 esemplari di ricci a bordo di un'unità di diporto fermata nelle acque davanti alla località San Vito, da parte di una motovedetta. Immediatamente rigettati in mare, all’indomani della conferma della legittimità costituzionale del divieto assoluto di raccolta del riccio di mare nelle acque pugliesi, sancito dalla Corte Costituzionale con la recentissima pronuncia n. 16/2024 pubblicata il 15 febbraio scorso.