giovedì 07 novembre 2024


06/11/2024 09:16:02 - Manduria - Cultura

Manduria avrebbe potuto ricevere il culto di San Leonardo tramite i cavalieri normanni e gli uomini di Chiesa che frequentavano la corte di Boemondo, i quali avrebbero portato con sé le pratiche devozionali e religiose apprese durante le Crociate o durante il soggiorno in Francia

 

La storia di Boemondo di Taranto e il culto di San Leonardo a Manduria potrebbe essere il frutto di una combinazione davvero affascinante e ricca di sfumature storiche e religiose che collegano l'epoca delle Crociate a una tradizione di devozione che ancora oggi ha radici profonde in alcune località del Sud Italia.

Boemondo, figlio del conte normanno Roberto il Guiscardo e figura di primo piano nelle Crociate, è noto non solo per le sue conquiste e il suo ruolo decisivo nell'assedio di Antiochia nel 1098, ma anche per la sua prigionia e la successiva liberazione. Quando fu catturato dall'Emiro di Sias, in quello che oggi è la Turchia, la sua condizione di prigioniero lo spinse a invocare l'intercessione di San Leonardo, il santo patrono dei carcerati e dei prigionieri, che nella tradizione cristiana è anche protettore dei liberati dalla schiavitù.

La devozione di Boemondo verso San Leonardo sembrò dare i suoi risultati quando, dopo tre anni di prigionia, riuscì finalmente a ottenere la sua liberazione. Una volta libero, il principe normanno non solo si recò in pellegrinaggio in Francia, a Saint-Léonard-de-Noblat, vicino a Limoges, dove si trovava il sepolcro del santo, ma compì un gesto simbolico che legò ancor più il suo destino a San Leonardo: depose sull'altare le catene d’argento che aveva indossato durante la prigionia, come segno di gratitudine.

Manduria, che in quel periodo si trovava nel cuore del Principato di Taranto, avrebbe potuto ricevere il culto di San Leonardo tramite i cavalieri normanni e gli uomini di Chiesa che frequentavano la corte di Boemondo, i quali avrebbero portato con sé le pratiche devozionali e religiose apprese durante le Crociate o durante il soggiorno in Francia.

La venerazione per San Leonardo, che era già diffusa in molte parti d'Europa, avrebbe trovato terreno fertile tra le popolazioni locali, attratte dalla protezione promessa dal santo per i prigionieri e i liberi. Non è quindi difficile immaginare che il culto del santo si radicasse anche a Manduria, dove ancora oggi è viva la memoria di questa devozione, con diverse manifestazioni religiose e tradizioni locali legate alla figura di San Leonardo.

La diffusione di questa devozione potrebbe essere avvenuta tramite i legami politici e familiari di Boemondo, ma anche grazie alla sua notorietà come liberato e protetto dal santo. In effetti, durante il Medioevo, molti nobili e feudatari tendevano a trasferire i propri culti personali nei luoghi che governavano, cercando di consolidare il loro potere e la loro influenza spirituale attraverso il sostegno e la venerazione di santi venerati in Europa.

In definitiva, la connessione tra il culto di San Leonardo e Manduria potrebbe essere vista come il risultato diretto della devozione di Boemondo, che, tramite le sue esperienze personali (dalla prigionia alla liberazione), portò nella sua terra la memoria di un santo che divenne simbolo di salvezza e protezione. Questo culto, promosso attraverso le sue alleanze politiche e familiari (in particolare con la corte francese), potrebbe così essersi radicato nelle terre del suo principato, tra cui la nostra cittadina, dove la figura di San Leonardo continuò a essere venerata nei secoli successivi.

 

Giuseppe Pio Capogrosso











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