Ilario, che spesso rinunciava al pranzo per schiacciare un pisolino, si concedeva qualche svago solo dopo cena, giocando a carte o guardando la tv satellitare. Ma il suo sguardo spesso era assente, immerso nei pensieri.«Anche oggi Ilario è in partenza per l’Italia», disse un giorno Nicolas, il caposquadra, ma il geologo lo ignorò
Gli sforzi profusi dai tecnici avevano avuto successo, e la perforatrice continuava a espellere grandi quantità di greggio, che schizzava trionfante verso l’alto per diversi metri. Jonathan e Bob, intenti a supervisionare le operazioni, si mostravano soddisfatti ma sfiniti. Dai loro baffi rossastri scivolavano gocce di greggio misto a sudore, che colavano sui menti glabri e sulle tute da lavoro lise e scolorite. Jonathan, responsabile della trivellazione, sovrintendeva al programma di perforazione e indicava il metodo per coltivare gli strati produttivi. Bob, invece, curava il progetto e l’installazione delle attrezzature in superficie. I due, pur essendo estranei, si somigliavano nei tratti somatici e nel carattere. Esausti, non si sottrassero all’entusiasmo collettivo e festeggiarono lanciando in aria i caschi protettivi, intonando l’inno nazionale statunitense e scambiandosi congratulazioni: «Ok, Jonathan! Ok, Bob! It’s fantastic! È fantastico!» esclamavano, tra le risate dei colleghi, divertiti dalla simpatica esibizione.
Ilario, un po’ defilato, assisteva alla scena con partecipazione contenuta, mostrando un sorriso di circostanza. Esperto geologo, preferiva riflettere sui risultati del suo lavoro, impegnativo ma ben remunerato. Sicuro di aver interpretato al meglio i dati delle analisi, si godeva il successo in silenzio, ma pensava a quanto fosse difficile lavorare sulla piattaforma, lontano dalla propria terra e dagli affetti. Aveva un progetto a cui non intendeva rinunciare: al suo rientro avrebbe cambiato vita. Il giacimento si era rivelato ricco, l’estrazione era ormai a pieno regime e richiedeva un impegno costante. Macchine e uomini erano in frenetica attività. Gli operai si alternavano in turni di dodici ore, affrontando ritmi estenuanti. I tecnici, salvo imprevisti, lavoravano dall’alba al tramonto, con una pausa a mezzogiorno.
Ilario, che spesso rinunciava al pranzo per concedersi un pisolino, si permetteva qualche svago solo dopo cena, giocando a carte o guardando la TV satellitare. Ma spesso il suo sguardo era assente, immerso nei pensieri. «Anche oggi Ilario è in partenza per l’Italia», disse un giorno Nicolas, il caposquadra, ma il geologo lo ignorò. Il pensiero di Patrizia lo consolava: la sua voce calda e suadente al telefono lo rasserenava, e il ricordo dei suoi occhi azzurri, simili al mare che li separava, suscitava in lui profondi sentimenti d’amore. Al suo ritorno, l’avrebbe sposata. Con i guadagni accumulati, finalmente poteva soddisfare i desideri di Patrizia: una villa, un’auto lussuosa, gioielli... tutto ciò che avrebbe potuto renderla felice.
Walter Pasanisi
Fine seconda parte - Continua