sabato 22 marzo 2025


21/03/2025 08:52:38 - Manduria - Attualità

Quel giorno, nell'aria si diffondevano intense mescolanze di effluvi primaverili che deliziavano il suo olfatto, mentre il venticello nordico addolciva la fatica e rinfrescava il suo corpo caldo e grondante di sudore.

Doveva ancora percorrere gli ultimi due chilometri dei venti totali previsti per terminare la corsa a piedi. Valerio era in gran forma; si allenava costantemente un paio di volte a settimana. Prediligeva quel circuito adatto alle sue caratteristiche fisiche, abbastanza regolare con poche e brevi asperità, che si snodava tra campi e radure fino a concludersi alle porte dell’abitato. Quel giorno, nell'aria si diffondevano intense mescolanze di effluvi primaverili che deliziavano il suo olfatto, mentre il venticello nordico addolciva la fatica e rinfrescava il suo corpo caldo e grondante di sudore.Il tocco cadenzato della marcia, il rombo dei trattori e delle motozappe, provenienti dai terreni circostanti, erano gli unici suoni che riecheggiavano nei dintorni. Non lontano, scorgeva la periferia di Manduria e il campanile di una chiesa che dominava sulle basse e bianche abitazioni della cittadina. Annesso alla torre campanaria c'era l’oratorio, dove Valerio aveva trascorso gran parte della sua infanzia. 'Guardie e ladri' era stato il suo gioco preferito nelle serate estive parrocchiali; nascondersi tra le fronde degli alberi quando doveva interpretare il ruolo del 'ladro' lo eccitava. Nei pomeriggi plumbei e rigidi invernali, le attività degli oratoriani si svolgevano nelle sale o androni, dove il calciobalilla e i calciatori della collezione Panini, giochi in voga negli anni ottanta, divenivano lo svago preferito dei bambini. La domenica mattina era d’obbligo la messa celebrata esclusivamente per i piccoli; nel pomeriggio, l’atteso appuntamento al cinema. Il prezzo del biglietto, duecento cinquanta lire, permetteva di vedere l’unica programmazione cinematografica delle ore diciassette. Chiassosi e vivaci, i ragazzi si accalcavano dinanzi all’ingresso della sala 'Don Bosco', aspettando con impazienza l’apertura delle porte. Appena queste si spalancavano, frenetici marmocchi correvano lungo il corridoio verso i posti in prima fila. Con il resto delle monete della loro paghetta settimanale, i piccoli spettatori potevano deliziare i propri palati sgranocchiando snack acquistati al bar della sala. Valerio, che riceveva da sua madre solo i soldi per il biglietto del cinema, era quel minuto spettatore che abbandonava la poltrona in prima fila solo se doveva andare a fare la pipì.

Qualche istante prima dell'inizio della proiezione, i bimbi si affrettavano a tornare ai loro posti per sprofondare nelle poltrone scomode e legnose. Spesso i compagni di Valerio tenevano ben strette in mano le confezioni delle ghiottonerie e le scartavano quando si spegnevano le luci in sala. Valerio sbarrava gli occhi dal desiderio di poter gustare quei deliziosi cremini e le croccanti patatine, avidamente fagocitate dai suoi compagni, ma che egli non poteva assaporare. Allo spegnersi delle luci in sala, l’avido crocchiare delle bocche degli spettatori sovrastava il volume della colonna sonora del film e le voci degli attori. Solo quando queste prelibatezze venivano completamente trangugiate si poteva seguire in silenzio la trama. Sul grande schermo di tela sbiadita venivano proiettate esaltanti avventure, talvolta reali, talvolta fantasiose. I fanciulli, imitando gli eroi del celluloide, trasformavano in gioco per strada le gesta e le azioni dei loro miti appena dopo la proiezione cinematografica.

 

Walter Pasanisi











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