«Il Governo mette i profughi/clandestini qui, nella terra di nessuno, lontani dall’opulento nord dove comanda l’Umberto , quello del “foera dai ball”».
«Bastano poche tessere per comporre il puzzle: quando si iniziò a parlare della tendopoli a Manduria siamo stati in molti a chiederci perché le tende in campagna e non utilizzare una delle tante caserme dismesse presenti in Italia, senz’altro più confortevoli e meglio predisposte ad evitare la fuga.
Poi ci siamo chiesti, a fronte delle tante evasioni, il perché di misure di sicurezza così blande.. Basterebbe coinvolgere con funzioni di sorveglianza l’esercito.. E ancora perché si pensa a mettere l’ADSL mentre i profughi sono arrivati che ancora non c’erano le docce, un’adeguata assistenza sanitaria, un mediatore culturale in grado di comprenderli, e si parla, addirittura di pasti secchi e non di pasti veri e propri da realizzare con una semplice cucina da campo
Ma il colmo si raggiunge leggendo sulla stampa “in visita alla tendopoli con il vescovo, c’era un prelato che ha offerto 2.500 posti letto al ministro Maroni in alloggi con bagno. Hanno detto: no grazie”.
Aggiungiamoci che alla stampa è stato interdetto l’accesso alla tendopoli e che ancora non si è capito se le forze dell’ordine debbano riaccompagnare coattamente i fuggitivi intercettati. Forse perché non si è definito ancora cos’è il campo di Manduria? Si è detto che è un CIE (Centro di Identificazione ed Espulsione), ma gli accordi tra Italia e Tunisia prevedono che ogni giorno possano essere rimpatriati non più di 6 Tunisini.. Basta fare un po’ di conti per capire l’assurdità della cosa. Alla luce di tutte queste considerazioni il puzzle viene fuori in tutta la sua drammaticità: Il Governo mette i profughi/clandestini qui, nella terra di nessuno, lontani dall’opulento nord dove comanda l’Umberto , quello del “foera dai ball”.
Li mette qui, in condizioni disumane che li incoraggino a scappare. Poco importa che così si creano frizioni e tensioni con i residenti, che senz’altro in altre condizioni manifesterebbero l’innata solidarietà propria della gente di Puglia. Così il Governo vuole coprire l’inadeguatezza della sua politica estera.
Quella politica estera che lo vede prostrato al cospetto di Sarkozy, che non ci pensa un attimo a scatenare la guerra contro Gheddafi (e si capisce per quali interessi),ma che schiera la polizia in tenuta antisommossa al confine con l’Italia per rispedire indietro i Tunisini, malgrado la Tunisia sia stata una colonia Francese e la Francia abbia non poche colpe per l’attuale condizione di quel popolo.
Una mancanza di rispetto dei diritti di quegli esseri umani (profughi o clandestini sempre tali restano), e di Manduria e della Puglia tutta.. tanto qui al governo c’è Vendola e non Cota o Zaia, esponenti di quella Lega che a Roma non stacca la spina a Berlusconi, votando alla Camera un inversione dell’ordine del giorno che gli consente di scappare dai suoi processi e dalle sue responsabilità penali, civili ma soprattutto MORALI.
Bene ha fatto il sindaco Tommasino a dimettersi, meglio farebbe a chiedere alla sua maggioranza ed all’opposizione di rendere ancor più clamoroso il suo gesto chiedendo le dimissioni del Consiglio Comunale tutto. La manovra sarebbe più incisiva e credibile.
Farebbe capire al Governo che la solidarietà che ci contraddistingue non può essere fraintesa e utilizzata per creare una sorta di lager. Ciò non fa onore a nessuno.
Nella lotta per la salvaguardia dei diritti, sia dei residenti che dei profughi, la FDS di Manduria è pronta a collaborare.
Per discutere della situazione il giorno 1 aprile, alle 17,30, si terrà un’incontro presso la sede del PdCI – FDS di Manduria, aperto ai tesserati ed ai simpatizzanti, alla presenza dei segretari provinciali del PdCI e di RC, oltre al segretario regionale del PdCI Giuseppe Merico.
PdCI – FDS Manduria