mercoledì 30 ottobre 2024


02/04/2011 10:37:49 - Manduria - Attualità

Mamma li profughi….

 
La tendopoli azzurra, che copre una vasta area bonificata su richiesta del Ministero dell’Interno, viene costantemente tenuta in stato d’assedio da uno spiegamento massiccio di forze dell’ordine, distinte in Carabinieri, Polizia, Vigili del Fuoco, Esercito, Protezione Civile, volontari, équipe mediche, di terra e di aria per scongiurarle le fughe dei profughi peraltro numerose non appena hanno toccato il suolo pugliese.
La tendopoli, che occupa una superficie di oltre 40.000 metri quadri è, sulla base di quanto asseriscono gli addetti ai lavori, una sede di passaggio prima che la scure della giustizia, cernita caso per caso a parte, proceda al rimpatrio dei clandestini, il cui numero è destinato a crescere in virtù dei nuovi avvistamenti da Lampedusa di ulteriori carichi di merce umana sottratta a Gheddafi.
Sul campo gli avvocati del CIR nazionale e locale, impegnati nel tentativo di ricostruire il feedback di questa popolazione di richiedenti asilo, per farsi cuscinetto tra loro e le istituzioni italiane, e per supportare l’operato già complicato delle forze dell’ordine impedite nella comunicazione, dalla non conoscenza della lingua o di quegli essenziali rudimenti per fronteggiare le emergenze del momento allo scopo di prevenire i tanti prevedibili e pericolosi disordini, a seguito del rimpatrio.
Danno alla beffa se si pensa che queste persone hanno investito i risparmi di una vita in cambio dell’illusione di un futuro migliore e nella prospettiva, tutt’altro che vana, di un amaro ritorno in patria dopo la fuga. Esposti alle intemperie ed in balia di una macchina organizzativa ancora da mettere a punto, i profughi tunisini si apprestano a vivere la loro prima notte nella tendopoli allestita a cielo aperto, nell’ex campo dell’aviazione, diventata CIE di punto in bianco, nel sospetto generale di una comunità impaurita, che cova il suo scontento e forse anche odio sotto la cenere, richiedendo un supplemento di controllo sull’intero territorio allo scopo di scongiurare le preannunciate ritorsioni, specchio di due comunità, vinte dalla preoccupazione, dal timore, dalla fobia del diverso, mentre le notizie diffuse dai media, non contribuiscono a placare gli animi. Anche la nostra testata fa proprio l’invito lanciato dalle istituzioni, alla tolleranza, alla collaborazione ed alla concordia, affinché la vita scorra, soprattutto per i più piccoli senza incidenti, almeno al momento immotivati.
 
Mimmo Palummieri 










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