venerdì 29 novembre 2024


03/06/2012 18:20:35 - Manduria - Attualità

A rischio gli ospedali di Fasano, Trani, Mesagne, Conversano e Nardò. Il terzo punto nascita della provincia dovrebbe essere a Martina, ma il Pd vorrebbe salvare quello di Manduria

 
Trattativa ancora aperta con i gruppi consiliari sulla fase due del piano di rientro, ovvero gli ulteriore tagli su 800 posti letto (370 negli ospedali pubblici, 130 negli enti ecclesiastici e negli irccs e 300 nelle cliniche private). Ieri il vertice tra l’assessore Ettore Attolini, il governatore Nichi Vendola e i capigruppo di maggioranza e Udc non ha fatto arretrare il Pd dalle controproposte che aveva preannunciato sia sui tagli degli ospedali (la nuova fase prevede la riconversione di 5 strutture) sia sui trasferimenti/accorpamenti di unità operative.
 
Nel mirino del riordino, gli ospedali con meno di 70 posti letto: Fasano, Trani, Mesagne, Conversano e Nardò. Ma sui primi due i Democratici puntano i piedi: Pino Romano (assente il capogruppo Antonio Decaro) ha eretto barricate sulla chiusura, così come obiezioni sono state sollevate sul dimezzamento dei punti nascita, che in base al progetto della Regione - su indicazione del ministero - dovrebbero passare da 42 a 21. In particolare, i Democratici non ci stanno a mettere i sigilli alle maternità di Ostuni, Manduria e Manfredonia.
 
Quanto ai progetti di riconversione degli altri tre ospedali da dismettere, vengono ipotizzati servizi 118, poliambulatori, consultori, day service chirurgici, ortopedici e oculistici, piccoli «ospedali di comunità» con 8 posti letto o la conservazione di 2 massimo 3 reparti. L’assessore Attolini non ha chiuso le porte alle istanze sollevate dai consiglieri, riservandosi di studiare nei prossimi giorni la compatibilità tra le richieste e l’intero programmazione della fase due del piano, a patto che i saldi finali restino invariati. Un nuovo confronto è già previsto tra lunedì e martedì prossimi, nel tentativo di chiudere il cerchio. «Dovremo tenere conto delle direttive che ci arrivano dal ministero - spiega l’assessore - e delle ulteriori verifiche che saranno fatte a Roma sul piano di rientro. Si può cambiare tutto, ma a condizione che i saldi e i risparmi restino invariati».
 
Trattative, in realtà, sono previste anche a Roma e riguardano il possibile taglio di 2 miliardi di euro sul riparto del Fondo sanitario nazionale, destinati ai progetti di piano. Per la Puglia la sforbiciata sarebbe di 109 milioni e andrebbe a «bruciare» i 110 milioni di euro in più ottenuti per quest’anno rispetto al 2011. Così, dicono Angelo Disabato (Ppv) e Michele Losappio (Sel) si «metterebbe la Regione di fronte all’infausta scelta fra un’ulteriore riduzione del diritto all’assistenza per i pugliesi o il disastro finanziario del bilancio».
 
I NUOVI TAGLI - Dall’analisi del ministero risulta un eccesso in Puglia di chirurgia generale, medicina, geriatria, ostetricia, ortopedia e unità coronarica, mentre vi è una sottodotazione di lungodegenze e riabilitazione. Di qui la scelta di puntare i tagli sui 5 ospedali che hanno «basso tasso di occupazione di letti, alta inappropriatezza e bassa complessità di prestazioni». Più in generale, il riordino dei posti letto nel sistema pubblico prevede un taglio di 161 posti letto nell’Asl di Bari; 19 nell’Asl della Bat; 92 nel Brindisino; 90 posti letto in meno nel Foggiano; 61 nell’Asl di Lecce; 6 posti letto in più nell’Asl tarantina.
 
GLI OSPEDALI - Ai 19 ospedali riconvertiti nella fase uno del piano di rientro se ne aggiungerebbero, salvo cambi di marcia sull’onda delle richieste del Pd, altri 5. Nell’Asl di Bari la dismissione di Conversano si aggiungerà a Ruvo, Bitonto, Santeramo, Noci, Grumo, Rutigliano, Gioia; nella Bat, dopo Minervino e Spinazzola verrebbe declassato anche Trani; nell’Asl di Brindisi, con Cisternino e Ceglie scatterà la riconversione di Mesagne e, forse, Fasano; nell’Asl leccese dopo Gagliano, Maglie, Poggiardo e Campi finirà sotto i tagli Nardò; invariata la situazione nel Tarantino, dopo il declassamento di Massafra e Mottola attuato nella fase uno; inviariata la situazione nel Foggiano, dopo la riconversione di Monte S. Angelo, Torremaggiore, S. Marco in Lamis.
 
LA RETE - Nel 2010 la Puglia contava su 102 stabilimenti ospedalieri, di cui 68 pubblici e 34 privati con una dotazione complessiva di 16mila posti letto (3,9 ogni mille abitanti) e un tasso di ricoveri pari in media a 218 ogni mille (180 ogni mille quello previsto dai Lea nazionali). Alla fine del 2011, dopo i tagli della prima fase del piano, il sistema è risultato di 82 stabilimenti ospedalieri (44 pubblici, 3 enti ecclesiastici, 2 Irccs privati e 33 cliniche private), ed è passato da 13.282 posti letto a 11.881. Al termine della fase due del piano, il sistema risulterebbe, invece, composto da 77 ospedali pubblici con 11mila posti letto.










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