venerdì 29 novembre 2024


05/06/2012 06:23:12 - Manduria - Attualità

Per la nostra utente, c’è la necessità di giungere ad una soluzione che rilanci la struttura, magari partendo da chi ha già dimostrato di lavorare bene

 
«Chi scrive è una cittadina manduriana, un tempo estremamente fiera e orgogliosa delle sue origini, della gloriosa storia e delle bellezze del proprio paese e oggi, ahimè, rassegnata al fatto che quell’orgoglio e quella fierezza sono quasi del tutto spariti, dissolti come neve al sole, schiacciati dalla triste consapevolezza che la tanto amata Manduria non è più quella di una volta, che i fasti di un tempo sono solo dei bei ricordi ormai chiusi in un cassetto.
La zona visitabile e turistica di Manduria vanta innumerevoli monumenti e chiese, che non hanno nulla da invidiare a quelli più pubblicizzati di città grandi e famose. Ma non dimentichiamo che Manduria vanta anche la presenza, nel suo territorio, di uno dei parchi archeologici più estesi d’Italia, il Parco Archeologico delle Mura Messapiche, in cui sono visibili le vestigia degli eroici Messapi: le poderose mura da loro edificate, la grandissima necropoli, che conta quasi 1300 tombe, il suggestivo Fonte Pliniano, e inoltre la splendida chiesetta di San Pietro Mandurino, con cripta ipogea interamente affrescata.
Il sito, peculiarità e ricchezza inestimabile del nostro territorio, è però da mesi e mesi abbandonato a sé stesso, e ritengo che questa sia una vergogna! Le vicissitudini legate a questo importante sito archeologico sono a dir poco variegate, e credo che i Messapi, se potessero, si risveglierebbero dai loro simulacri e tornerebbero in vita solo per ribellarsi della mancanza di rispetto e di onore che ormai viene loro dedicata. Il Parco, infatti, è da troppo tempo in balìa della precaria situazione politica manduriana, con il risultato che è quasi sempre chiuso e la maggior parte di esso non è assolutamente fruibile, perché infestata da metri di sterpaglie e masse di rifiuti.
Dopo la gestione dell’impresa Tarentini, che è stata la più longeva, occupandosi del Parco per un triennio o forse anche più, il sito è stato affidato a varie associazioni culturali manduriane, per un breve periodo, fino ad arrivare all’attuale situazione, che vede il sito aperto raramente da alcuni volontari pensionati inseriti dal Comune di Manduria, senza alcun servizio guide e senza una progettualità atta a risollevare le sorti di un luogo così importante.
La vecchia gestione Tarentini, nonostante fosse stata spesso criticata e osteggiata, era in realtà riuscita in pochi anni a ridare vita al Parco Archeologico, tenendolo aperto tutti i giorni, festivi inclusi, con un servizio guide qualificato, organizzando spesso eventi e iniziative, con il risultato che il sito era finalmente fruibile e aveva un aspetto molto più curato di quanto non abbia oggi. Non a caso, il numero dei visitatori era aumentato in maniera esponenziale. Io stessa ho avuto modo di appurare che tale gestione funzionava bene, essendomi recata personalmente alcune volte per portare parenti e amici a fare un tour sulle orme dei Messapi, e ho trovato organizzazione, competenza, senso di ospitalità.
Come si suol dire, “bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare” e ammettere che, dopo la fine della Gestione Tarentini, nulla è andato come avrebbe dovuto e la situazione del Parco ha preso una china discendente da cui ora sarà difficile risollevarsi. Di sicuro la soluzione non possono più essere le associazioni culturali: una possibilità l’hanno avuta, e sicuramente ci hanno messo tutta la buona volontà, ma coordinare e mettere d’accordo così tante teste non è affatto facile. Servirebbe un organo unico che abbia maturato negli anni un’esperienza personale nel campo e che sia desideroso di metterla a disposizione dei cittadini manduriani e dei turisti, per favorire la valorizzazione di un territorio che conosce bene, perché ci ha già operato, sa riconoscerne difetti e virtù, ha delle risorse da poter sfruttare per il bene comune.
E allora perchè non reintegrare la vecchia gestione, l’unica che ha saputo ridare vita a quel posto, trasformandolo in un luogo di cultura, di scambio, d’incontro?
Io non conosco bene le dinamiche che stanno alla base degli appalti pubblici e delle assegnazioni di siti di quel genere, ma mi auguro con tutto il cuore che il nuovo commissario prefettizio di Manduria, il dott. Aldo Lombardo, sappia fare la scelta giusta, e che la prenda in tempi brevi, perché è inammissibile che, alle porte dell’estate 2012, una risorsa così importante per la comunità non solo manduriana, rimanga con i cancelli chiusi, perdendo l’occasione, ancora una volta, di mostrare al mondo con orgoglio le sue pregiatissime bellezze. Spero che l’amministrazione comunale manduriana non ricada nel malvezzo di molte altre amministrazioni di dormire sugli allori, di proporre servizi inefficienti rispetto al reale e normale bisogno della propria comunità, e che invece sappia ridonare pieno lustro al paese e dimostrare quanto di buono e di serio abbia da offrire. E’ fondamentale riappropriarsi di quella credibilità che purtroppo è andata persa, seppellita sotto chili di disfunzionalità, scelte sbagliate, fiducia mal riposta. E’ necessaria la costruzione di una nuova consapevolezza e la promozione di un modo etico e funzionale di vivere e far vivere il turismo e lo sviluppo delle nostre tante risorse.
Forse solo così i gloriosi Messapi potranno tornare a riposare serenamente nei loro avelli».
 
 
Maria Dinoi










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