venerdì 29 novembre 2024


02/09/2012 07:53:17 - Manduria - Attualità

Il differente trattamento per il depuratore di Fasano

 
“Caro Assessore Amati,
poiché, comunque vada a finire, questa vicenda del depuratore consortile per gli abitati di Sava e Manduria ha evidentemente dato vita ad un nuovo genere letterario, mi sia consentito prendere la parola e dare, pur nella modestia dei miei mezzi, un contributo al filone.
Nella sua lettera a Michele Cozzi, dai toni a tratti accorati, lei chiede a qualcuno dei suoi numerosi interlocutori, di testimoniare la cordialità e il rispetto delle reciproche posizioni, con cui tutti gli incontri  sul tema si sono svolti e conclusi. Ecco: sono qui a testimoniare che , in occasione dell’incontro avuto presso la sede del suo Assessorato, tanto io quanto il dott. Matino, che era con me, abbiamo interloquito con lei, in merito al suddetto depuratore, in un clima di assoluta civiltà e cortesia. Mi spinsi allora, e sono pronta a rifarlo pubblicamente, a manifestarle la mia personale comprensione, per essersi trovato a dover salire su un treno in corsa, un treno che forse non le piace proprio per niente, ma che comunque vuole o deve ad ogni costo portare a destinazione.
La conversazione non assunse toni più accesi anche perché noi ricevemmo subito la netta impressione che non per ascoltare le nostre ragioni lei ci avesse invitati nel suo ufficio, ma piuttosto per, ancora una volta , ribadire le sue, come si fa con gli ostinati, che non vogliono sentire e capire. Non vi era nulla da discutere con lei, quel giorno, come nulla c’è stato mai, in questi anni, perché, con ammirevole coerenza, e quasi sempre con grande garbo, lei ha detto e ribadito sempre gli stessi concetti. E che non di un’impressione soltanto si trattasse lo dimostra il fatto che, ancor prima di prendere in esame le proposte alternative fornite dal Comune di Manduria (la bontà delle quali non voglio in questa sede commentare) la Giunta regionale aveva deliberato, lei relatore, che qualunque futura modifica o aggiunta al depuratore, che preveda ulteriori fasi di affinamento e riutilizzo, dovesse essere subordinata alla realizzazione del progetto così come è andato in gara, con tanto di scarico in mare dei reflui, depurati in tabella 1/2.
Aggiungo oggi, e non me ne voglia, che la cordialità del nostro incontro sarebbe stata probabilmente di un filino minore, se il dott. Matino ed io fossimo stati a conoscenza di una circostanza che allora ignoravamo: che per il depuratore di Fasano si sta realizzando un articolato e costoso progetto, che ha come obiettivo lo “scarico zero”, cioè il riutilizzo totale dei reflui affinati, con conseguente eliminazione dello scarico in mare anche del cosiddetto troppo pieno. Questo perché il mare, in corrispondenza dello scarico (Goletta Verde ce lo ha confermato in questi giorni), è fortemente inquinato. E purtroppo questa evenienza è, non solo da Goletta Verde, testimoniata, in varie località della Puglia (inutile farne l’elenco, le cronache dei giornali ne sono piene) proprio là dove la presenza di un depuratore dovrebbe garantire acque cristalline.
Lei ripete spesso che noi Manduriani “galleggiamo” sui liquami, poiché il nostro vecchio ed antiquato depuratore scarica in falda (benché nessuna emergenza sanitaria si sia mai verificata a memoria d’uomo, a causa di ciò; ma, una condotta di 16 chilometri, in cui i liquami viaggiano in pressione non è forse, essa stessa, una bomba ecologica, pronta ad esplodere?). Dunque, se l’alternativa che ci si pone è: inquinare il suolo o inquinare il mare, possiamo o no a buon diritto affermare che ci troviamo in presenza di una gestione fallimentare del problema dei reflui urbani in Puglia? E’ per questo che noi Verdi abbiamo chiesto le sue dimissioni, assessore, e non certo, mi creda, per mancanza di simpatia nei suoi confronti.
Personalmente, credo che veramente lei possa sentirsi angustiato dalla mancanza di alternative, perché effettivamente è quasi impossibile dare soluzione ad un problema male impostato. Già, perché il fallimento di questo progetto, pervicacemente portato avanti, pur in presenza di una zona S.I.C. e di mille altri ostacoli e impedimenti, miracolosamente saltati a piè pari dalla V.I.A., è nelle sue premesse: l’accorpamento in unico impianto dei reflui dei Comuni di Sava, Manduria e presunte Marine ( dico presunte, perché una rete fognante le marine non ce l’hanno e non l’avranno per chissà quanto tempo), sino a raggiugere la bella cifra di 68.000 abitanti equivalenti, calcolati, mi sembra, come i famosi areoplani di Mussolini.
Il Piano di Tutela delle Acque non è la Bibbia. E’ possibile interpretarlo e modificarlo, come in più località è stato fatto. Ammesso che gli amministratori di Manduria siano stati insipienti nel non contestarlo, che cosa le ha impedito, Assessore, quando la protesta popolare ha cominciato a montare (non parlo dei campanelli d’allarme degli ambientalisti), di fermare quel treno in corsa? Lo faccia ora, prima che sia avviata la fase di aggiudicazione dell’appalto, prima che altri interessi costituiti si aggiungano a ingarbugliare ulteriormente la matassa. Non apponga la sua firma in calce a questa brutta pagina, che, prima che sia scritta la parola “fine”, dovrà registrare ancora tanti spiacevoli episodi”.
 
Cecilia de Bartholomaeis










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