Gli scavi in via San Carlo Borromeo
Non una tomba messapica, come si preventivava già dall’altro ieri, ma lastroni in pietra locale che possono essere state le fondazioni per abitazioni del periodo messapico.
E’ questa la prima, importante, tesi sui nuovi rinvenimenti archeologici nel sottosuolo di Manduria, nello specifico all’angolo fra via S. Carlo Borromeo e via Casalnuovo, in un’area adiacente l’ospedale civile “Marianna Giannuzzi”. I tecnici della Soprintendenza Archeologica (diretti dal dott. Arcangelo Alessio), l’archeologo Gianfranco Dimitri e gli operai della ditta specializzata di Gregorio Tarentini hanno portato alla luce alcune fondazioni di abitazioni che, per la loro conformazione, saranno stati sicuramente degli edifici pubblici. Già dall’altro versante di via S. Carlo Borromeo, nei giorni scorsi, erano state trovate numerose tegole, chiaramente frantumate. Indizi che suffragano, dunque, la tesi che in questa zona (neppure tanto distante da un tratto di fossato messapico che costeggiava le mura) poteva esserci un insediamento messapico non più fatto di capanne, bensì di abitazioni ricavate all’interno di tagli di cava. Quando questa era esaurita, la si sfruttava come abitazione.
Gli scavi, naturalmente, proseguiranno, al fine di trovare altri reperti ed altre tracce che possano avvalorare la tesi.