giovedì 28 novembre 2024


30/01/2014 20:58:10 - Manduria - Attualità

Un dossier fotografico sulla situazione delle spiagge in questo periodo invernale è stato prodotto dall’ambientalista Mimmo Carrieri

“Praterie” di resti di posidonia ricoprono le spiagge
del litorale del versante orientale della provincia e, in particolare, del tratto di spiaggia antistante l’insenatura naturale di Torre Colimena.
Un dossier fotografico sulla situazione delle spiagge in questo periodo invernale è stato prodotto dall’ambientalista Mimmo Carrieri.
«Il fenomeno dello spiaggiamento della “posidonia” avviene normalmente durante il periodo compreso fra autunno e l’inverno ed è favorito dall’azione combinata dalle correnti marine e dal vento» fa notare Carrieri. «Se da una parte le praterie di “posidonia” sono tutelate come “habitat prioritario” da una direttiva dell’Unione Europea, in quanto considerate vere e proprie fabbriche di ossigeno e luoghi ideali di una infinità di nicchie ecologiche, dall’altra i suoi resti spiaggiati non sono in realtà governati da un riferimento legislativo chiaro ed inequivocabile.
In alcune realtà balneari (quella di Torre Colimena di Manduria, in particolare, dove un lungo tratto di spiaggia è stato completamente coperto dalla posidonia) questo fenomeno, in continuo crescendo e molto sentito dai fruitori delle spiagge, pone il problema agli amministratori locali di come “smaltire l’eccesso” di materia organica che si accumula sulla battigia giorno dopo giorno Se tali residui organici maleodoranti e in decomposizione non dovessero essere rimossi dalla battigia, le posidonie continueranno ad accumularsi in dune mollicce uguali a sabbie mobili, che, in alcune condizioni, possono arrivare a raggiungere anche il metro di altezza».
Occorre, quindi, iniziare a programmare sin da adesso gli interventi per rimuovere la posidionia.
«Purtroppo, la costa (e in particolare il nostro versante) da anni ormai è interessata dall’erosione del mare e le spiagge continuano sempre più a perdere la loro ampiezza» prende atto Carrieri. «Quei residui organici maleodoranti in decomposizione rappresentano una deterrente per il turismo. Insomma, una soluzione al problema andrà trovata ed è necessario che “gli addetti ai lavori” incomincino a pensarci sin da adesso!
Bisogna anche dire che la perdita delle foglie di posidonia è causata dall’azione antropica sempre più invasiva, poiché i principali nemici sono le ancore dei natanti, le reti a strascico sottocosta che arrivano a sradicare intere praterie rallentandone il processo riproduttivo e le acque intorbidite da scarichi non a norma di legge.
Insomma la “mano distruttrice” dell’uomo non manca mai».











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