Ritornano a protestare le famiglie indigenti: lunedì altro incontro con il sindaco
«Vogliamo delle risposte concrete dall’Amministrazione. Cosa chiediamo? Non vogliamo contributi. Vogliamo lavorare. Anche poche ore al giorno, per consentire a tante famiglie che non hanno le entrate neppure per garantirsi un pasto a mezzogiorno e uno a cena di poter contare su una fonte di reddito. Pur se modesta».
Dopo qualche ora di protesta nella giornata di lunedì, il gruppo di famiglie indigenti (composto da una ventina di nuclei familiari), ha concordato con il sindaco Roberto Massafra un nuovo confronto per lunedì prossimo.
«Ci ha chiesto una settimana per poterci indicare quanti e quali posti di lavoro nel settore dei servizi il Comune può creare» ci riferisce Bruno Giudice, uno dei componenti del gruppo. «Abbiamo avviato un confronto con l’Amministrazione dall’autunno scorso. Più volte abbiamo chiarito che noi non chiediamo piccoli contributi: non servono neppure a lenire il problema. Dall’Amministrazione ci attendiamo un impegno a creare piccole opportunità occupazionali per chi è proprio alla disperazione. Le possibilità, a nostro avviso, ci sono. Ma per concretizzarle occorre anche la volontà politica».
Bruno Giudice, che (come si vede dalla foto) ha partecipato ad una manifestazione di protesta anche nel novembre scorso, illustra alcune proposte.
«Si potrebbero, ad esempio, istituire le borse-lavoro» fa notare il rappresentante di questo gruppo di indigenti. «C’è il progetto per il controllo dei parcheggi a pagamento. Ci sono, poi, altri settori in cui potremmo essere impiegati: la cura del verde pubblico, i piccoli lavori di giardinaggio nel cimitero o la periodica rimozione delle erbacce dal parco archeologico. Sono solo alcune possibilità che possono essere prese in considerazione dall’Amministrazione Comunale. Ribadisco un concetto importante: noi non ci aspettiamo di ottenere un’occupazione di 8 ore giornaliere. Anche 3 o 4 ore potrebbero andare bene, perché, in questo modo, ci sarebbero più unità lavorative da coinvolgere. Con quali soldi finanziare gli interventi? Il Comune già impiega delle risorse per effettuarli. In ogni caso, ci chiediamo perchè pagare ingenti straordinari all’impresa titolare del contratto “multi-servizi” e non coinvolgere, invece, altri lavoratori? La situazione economica è gravissima. Io ho 4 figli e nessun componente della famiglia ha un lavoro con regolarità. Anche le altre famiglie del gruppo vivono una situazione di assoluta precarietà. Non abbiamo più nulla e non possiamo più andare avanti in questa situazione».