giovedì 28 novembre 2024


03/03/2014 10:39:01 - Manduria - Attualità

Si dovrebbe procedere alla separazione della frazione secca da quella umida e quest’ultima sarebbe stoccata previa ordinanza, alla sommità della vecchia discarica, dopo aver asportato il capping provvisorio

 “Manduriambiente” indica la via per poter continuare ad utilizzare la discarica di contrada “Chianca” in attesa dell’espletamento della gara d’appalto relativa al progetto per la sopraelevazione e per l’adeguamento dell’impianto, che ha già ricevuto dalla Regione l’Autorizzazione Integrata Ambientale.
In una lettera inviata all’Organo di Governo d’Ambito dell’Ato di Taranto, “Manduriambiente”, nelle more del percorso amministrativo del progetto, si rende disponibile al riavvio dell’attività presso l’impianto di Manduria, che possa rispondere ai criteri di legittimità e corretta gestione ambientale, nonché di economicità per i comuni del bacino ex Ta 3.
«In tal senso, si può prevedere lo svolgimento nell’impianto di Manduria di tutte le operazioni di trattamento previste (selezione del rifiuto in ingresso e biostabilizzazione della frazione umida da conferire in discarica), con il successivo avvio a smaltimento presso altro impianto della frazione secca prodotta, in linea con quanto previsto dalla originaria concessione» si legge nella proposta della società che ha in gestione la struttura di contrada “Chianca”. «Questa modalità di gestione consentirebbe l’utilizzo al minino della discarica di servizio della “Manduriambiente”, poiché in essa sarebbe conferita solamente la parte umida stabilizzata senza quindi sottrarre significativi volumi al sopralzo, che sono, invece, funzionali alla realizzazione del nuovo progetto, ipotizzando che la frazione umida stabilizzata venga collocata, previa ordinanza, alla sommità della vecchia discarica, dopo aver asportato il capping provvisorio».
“Manduriambiente” rimuoverebbe, in pratica, il manto composto da circa 70 centimetri di tufina, con il quale ha ricoperto le discariche, utilizzando i volumi che si libererebbero. La società ha anche ipotizzato i costi di conferimento, che tengono conto di vari fattori: i costi sostenuti dalla società negli anni 2012 e 2013, che sono direttamente imputabili all’attività di gestione; la suddivisione di tali costi per i rifiuti in ingresso, in modo da poter ottenere una prima componente della tariffa; un’aggiunta di una percentuale pari al 25% per spese generali e utile d’esercizio; l’inserimento di una royalty in favore del Comune di Manduria per il disagio ambientale; l’imputazione della quota tariffa per la copertura dei costi di ammortamento dell’impianto attuale e dell’accantonamento per l’attività di post gestione; l’inserimento dei costi per il trasporto e lo smaltimento della frazione secca presso una discarica di rifiuti speciali debitamente autorizzata a tal fine (sono stati già richiesti dei preventivi).
Inserendo la quota degli ammortamenti e degli accantonamenti, vi sarebbe un costo di 111,25 euro a tonnellata se si utilizza la discarica Italcave di Taranto per la frazione secca; di 106,76 se si conferisce alla Ecolevante di Grottaglie; di 108,44 se la frazione secca viene portata alla Formica Ambiente di Brindisi. Senza ammortamenti e accantonamenti, le quote scendono rispettivamente a 94,84, 90,35, 92,04 euro a tonnellata.










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