La replica di Pisconti: «Forse quella sera della scorsa estate mi trovavo a passare da Uggiano Montefusco, sarò stato folgorato dal palco che era stato montato per chissà quale altro spettacolo e non avrò resistito al suo richiamo …»
Il cabarettista manduriano Enzo Pisconti usa l’ironia per commentare la risposta dell’Amministrazione Comunale all’interrogazione del consigliere di minoranza Mimmo Lariccia sul mancato pagamento di un suo spettacolo ad Uggiano Montefusco.
«Noi abbiamo commissionato altri due spettacoli a Pisconti, che sono stati regolarmente pagati» hanno sostenuto, nei rispettivi interventi, l’assessore allo Spettacolo, Angela Moccia, e il sindaco Roberto Massafra. «Per questo terzo spettacolo, il Comune si è limitato a fornire un contributo alla parrocchia di Uggiano Montefusco, che aveva organizzato una serie di iniziative».
Nel dibattito a più voci a distanza è però intervenuto anche il parroco di Uggiano, che ha negato di aver contattato l’artista manduriano per lo spettacolo di agosto.
Enzo Pisconti ha poi aggiunto un altro particolare.
«Quello spettacolo mi fu chiesto a palazzo di Città da due assessori e da altri consiglieri comunali. Quando mi fu chiesto, con me c’erano due rappresentanti dell’associazione “Ciak Social”, che possono testimoniare. Visto quel che sostiene il sindaco, forse quei due assessori sono in realtà chierichetti della parrocchia di Uggiano in incognito.....».
Nonostante l’evidenza (alcune testate hanno indicato i nomi degli assessori e dei consiglieri presenti in quell’incontro), l’Amministrazione continua a negare la paternità della richiesta dello spettacolo. Rifiutando, di fatto, anche la proposta transattiva di Pisconti.
«Perchè gli amministratori non se ne fanno carico a titolo personale e non pagano di tasca propria?» ha proposto Pisconti. «Una volta raccolti i soldi, si potrebbero donare alla mensa dei poveri gestita da don Franco Dinoi, arciprete della chiesa Madre.
Sarebbe un bel gesto no?
Dopo il versamento di 1000 euro (somma ritenuta da alcuni “esigua”) il fatto in sè ritornerebbe nella sua dimensione reale, i frequentatori della mensa ne avrebbero un giovamento (se pur esiguo) e io non potrei far altro che salutare il pubblico con un inchino e rivolgere un applauso ai miei ospiti d’onore, cioè ai miei amministratori.
Io pensa che prima di essere politici o comici bisogna essere uomini o donne. Gli uomini sbagliano, però rimediano all’errore e vanno avanti, mentre i politici vanno solo avanti senza rimediare all’errore».
Intanto il consigliere Lariccia ha trasformato l’interrogazione in mozione. L’argomento sarà dunque di nuovo discusso nel prossimo Consiglio Comunale.