L’esposto di Mimmo Carrieri
Da mesi i resti di alcune piccole imbarcazioni sono sull’arenile di Torre Borraco, un tratto di spiaggia della marina di Manduria, a testimoniare un incendio appiccato nottetempo, che le ha praticamente distrutte. Né i proprietari, né il Comune di Manduria hanno sinora provveduto a rimuovere le carcasse. La bonifica dei luoghi, particolarmente frequentati nel periodo estivo, viene sollecitata dall’ambientalista Mimmo Carrieri.
«Sono trascorsi alcuni mesi da quando sulla spiaggia di Torre Borraco una decina di barche in vetroresina andarono distrutte da un incendio causato (sembra) da una “faida interna” di alcuni gruppi di diportisti pescatori di “polpi”» scrive, nella nota Mimmo Carrieri, che poi si sofferma sull’aspetto economico di questo tipo di pesca. «Molti sono infatti i pescatori dilettanti disoccupati che si dedicano alla pesca cosiddetta “polpara” e che con la vendita del polpo cercano di generare un minimo di sostentamento alla famiglia. Questa senz’altro è stata una brutta vicenda “tra poveri”, ma ciò che è grave è il fatto che quelle “carcasse” in vetroresina sono ancora li, tra la vegetazione, sull’arenile a circa 20 metri dal mare e a circa 10 metri dalla carreggiata».
Carrieri rimarca quindi il grado di inquinamento che genera la vetroresina.
«Il materiale utilizzato per la costruzione delle barche in questione è composto da “fibre di vetro e resina poliestere”, categoria appartenente all’elenco dei “rifiuti speciali pericolosi” contenuto nel Codice Europeo Rifiuti» ricorda l’ambientalista di Sava. «Ai fini della tutela della salute dei cittadini, il sindaco di Manduria, in quanto anche autorità sanitaria locale, per evitare ulteriori dispersioni di sostanze nocive all’ambiente con potenziale rischi di inalazioni di sostanze nocive alla salute, dovrà attivarsi affinché venga ripristinato lo stato dei luoghi che dovrà essere eseguito attraverso lo smaltimento dei materiali inquinanti presso “discariche autorizzate”».