Da allenatore di una squadra Esordienti, ovvero composta da bambini di 11 e 12 anni, fu protagonista di … un’azione fuori da ogni schema classico: ritirò dal campo i suoi ragazzi perché sugli spalti i genitori di due di loro stavano litigando
Nel dicembre scorso Alessandro Birindelli (306 presenze con la maglia della Juventus, 6 con quella della Nazionale e 2 scudetti vinti), oggi responsabile del settore giovanile del Pisa e tecnico della squadra Esordienti, fu un gesto per mettere in evidenza la mancanza della cultura sportiva nel nostro Paese e, nel contempo, un … calcio alla maleducazione.
«Quando mi sono formato calcisticamente nelle giovanili dell’Empoli, ho avuto la fortuna di avere dei tecnici che, prima di essere allenatori, erano innanzitutto educatori di vita» ha raccontato Birindelli nel corso di un convegno sul tema “Il ruolo del genitori nella pratica sportiva”, promosso dallo Juventus Club di Manduria. «Prima del calcio, mi hanno insegnato i valori e, fra questi, il rispetto dell’avversario».
In tal senso ha inteso impostare il lavoro con i piccoli talenti nerazzurri del Pisa. Prima di iniziare il lavoro, in autunno, ha convocato ragazzini e genitori, chiedendo di formare un gruppo per lavorare tutti nella stessa direzione.
«Nella partita contro gli Ospedalieri, invece, un ragazzo della mia squadra scivolò e consentì agli avversari di realizzare una rete» ha continuato a raccontare Alessandro Birindelli. «In tribuna, un genitore di un altro ragazzo della mia squadra ha chiesto ad alta voce di sostituirlo. E’ inevitabilmente iniziato un battibecco fra i due genitori, che non è passato inosservato dai loro rispettivi figli, che hanno iniziato a piangere. A quel punto ho deciso di richiamare la squadra e di abbandonare il campo. Se non si educano prima i genitori, non si potranno mai educare i figli».
Un gesto di grande coraggio, sicuramente anticonformista in un mondo in cui vale e prevale in forma estremamente esasperata solo il conseguimento della vittoria. Una decisione altamente educativa, esaltata dai mass media, che però è stata poi punita dal Giudice Sportivo: la sconfitta a tavolino per 3-0 e un punto di penalizzazione.
E’ giusto che un’azione dal valore tanto educativo porti addirittura a delle sanzioni? Qual è, poi, il giusto ruolo dei genitori nella pratica dello sport?
A queste domande si è cercato di dare delle risposte nel corso dell’interessante iniziativa promossa dallo Juventus Club di Manduria.
«E’ stato un gesto educativo e formativo. Se non si comincia a educare i genitori, i bambini, che sono i giocatori del futuro, non impareranno mai. Ha avuto tanto clamore» ha fatto notare Birindelli, «perché in Italia il mondo va al contrario: le cose normali diventano eccezionali».
Nel corso del convegno sono intervenuti anche Grazia Corigliano, componente del Comitato Provinciale della Figc di Taranto, e Giuseppe Pastorelli, responsabile della Scuola Calcio della Nuova Maruggio, i quali hanno rimarcato l’importanza dell’aspetto ludico per i ragazzini che iniziano a praticare il calcio. Aspetto che spesso viene inquinato proprio dalla pressione psicologica che i genitori esercitano sui propri figli.