«Se Maometto non va alla montagna, la ferraglia va al parco archeologico…»
E’ il … corrosivo commento dei Verdi di Manduria alla decisione dell’Amministrazione di stoccare (crediamo momentaneamente) i grandi tubi d’acciaio del monumento di piazza Giovanni XXIII all’interno del parco archeologico.
«Forse non era una questione di stabilità, ma piuttosto la volontà di creare il più grande ed eterogeneo museo all’aperto, che ha spinto il Comune di Manduria a smantellare la famosa e ciclopica scultura di “piazza Tubi”» proseguono, con ironia, i Verdi. «Infatti, i simboli delle tre religioni monoteiste, con annessi tubi, sono stati allocati, all’interno del perimetro recintato del parco archeologico. Apprezziamo tantissimo la scelta fatta dal Comune di Manduria, il quale venendo incontro alle esigenze dei turisti, che per colpa dei sensi unici, non potevano raggiungere “piazza Tubi”, per ammirare l’opera, ha deciso di portare “l’opera”, seppur smontata, all’interno del parco archeologico. Così i turisti che giungeranno a Manduria, visitando i resti della civiltà Messapica, potranno fare un viaggio e due servizi. E’ proprio il caso di dire “se il turista non va da Maometto, Maometto va dal turista”.
In quest’operazione, avevamo davvero sottovalutato l’ingegno e la fantasia dei nostri amministratori, i quali hanno smontato la struttura metallica dei tubi, ma hanno lasciato in piedi i supporti in “cemento”. Inizialmente si era pensato al solito lavoro lasciato a metà, ma invece non finiranno mai di stupirci. Quei pilastri lasciati in quel modo sembrano proprio dei “Menhir” del XX secolo. Altre volte abbiamo malignato, questa volta però siamo davvero rimasti senza parole: con un’operazione hanno rifatto il volto a “piazza Tubi”, che da oggi verrà comunemente chiamata “Piazza Menhir”.
Dopo questa visione fiabesca della vicenda, scendiamo dal cavallo alato, rimettiamo i piedi sul suolo manduriano e raffrontiamoci con la dura e triste realtà. Il fatto è questo: la struttura metallica rimossa da “piazza Tubi” è stata allocata all’interno dell’area cintata del parco archeologico di Manduria. Ma è davvero possibile che non ci fosse un posto, in tutto l’agro di Manduria, nel quale accantonare i resti della famosa scultura? Oltre alla mancanza di decoro e di pulizia del parco archeologico, davvero vogliamo dare al turista l’impressione, di aver trasformato la necropoli in una discarica?
Perché è chiaro che a questo punto, molto probabilmente, di rifiuti stiamo parlando. Tutto quel ferro, a rigor di legge e di logica, andrebbe smaltito come previsto e non accantonato nel parco archeologico. Qualora, quindi, si dovesse trattare di rifiuti da smaltire, ci si chiede quale sia stato il costo dell’operazione di rimozione e accantonamento, poiché, per lo smaltimento, vi sono ditte che operano gratuitamente senza ulteriori oneri in ricaduta sulle casse della comunità. Altrimenti, sempre con una visione molto fantasiosa, si potrebbe pensare all’utilizzo dei tubi per la costruzione della condotta marina dello scarico a mare e dei simboli delle religioni, per la vigilanza e la protezione della necropoli».