Al dibattito, promosso da Officine Democratiche, anche l’assessore regionale alla Sanità, Donato Pentassuglia
Giovedì 24 luglio, alle ore 19,30, presso il chiostro di San Francesco, nell’ambito del dibattito culturale sul tema “QUALE MIGLIORE VIA A SUD PER LA SALUTE?” il dott. Maurizio Portaluri, direttore Radioterapia ospedale Perrino di Brindisi, presenterà il proprio libro dal titolo “Camici a sud-sanità e salute nell’epoca dell’austerity”.
Interverranno: il dott. Cosimo Nume, presidente dell’Ordine dei Medici della Provincia di Taranto; il dott. Giovanni Buccoliero, consigliere dell’Ordine dei Medici della Provincia di Taranto; Donato Pentassuglia, assessore alla Salute della Regione Puglia.
Si tratta di un lavoro prezioso per contenuti e impostazione.
L’autore si muove con sicurezza e cognizione di cause nel delineare la sfera del settore sanità in cui si intrecciano politica e poteri invisibili, interessi privati e pubblici, rifuggendo, però, la critica sterile, la mera denuncia, per soffermarsi sulla questione morale che non riguarda solo la politica, ma il sistema sanitario nel suo complesso, la cultura diffusa delle politiche neoliberiste di austerity imposte in Europa e in Italia, espressione della logica del mercato, della sua centralità che considera l’uomo non come fine, ma come mezzo.
Emergono derive interessanti, nuovi percorsi che trascendono la logica del mercato selvaggio per riportare al centro di ogni progetto l’uomo ed i suoi bisogni, la sua irrepetibile umanità.
L’Impiego razionale delle risorse, la cura delle strutture, (i locali fatiscenti dei nostri ospedali sono lo specchio del fallimento di una categoria, di una politica e di una cultura), il riequilibrio dei poteri, l’autonomia professionale, il coinvolgimento dei cittadini e delle loro rappresentanze nelle attività di programmazione e di controllo e, ancora, lo scarto Nord-Sud, la modernizzazione inadeguata, i gravi ritardi connessi più che ad una distribuzione inadeguata delle risorse a logiche clientelistiche, al retaggio di una cultura atavica, che ancora determina le scelte, sono tra i temi portanti di questo lavoro.
Non si può fare a meno di constatare che l’arretratezza del Sud è un grande business per il nord: la migrazione sanitaria è una grande ricchezza che si trasferisce; ma, al di là della presa d’atto di una valutazione che rimanda al mercato, altre sono le considerazione su cui l’autore invita a riflettere.
Perché Il modo di gestire la sanità del Sud non sia da terzo mondo deve soprattutto farsi strada una nuova cultura imperniata sulla centralità del malato, che dovrebbe essere sempre considerato nella globalità del suo essere, come persona umana che richiede riconoscimento, rispetto. Non sempre, o quasi mai, queste condizioni si creano nei nostri ospedali: vi è troppa distanza tra paziente e medici, i più carenti di una cultura psicologica per potersi accostare in modo corretto alla sofferenza del malato e dei familiari; sarebbe pesante aggiungere che vi è carenza di umana solidarietà e che anche negli ospedali impera la legge del mercato.
La linea base del lavoro si può individuare, quindi, nella necessità di farsi interpreti di una nuova cultura che superi quella del capitalismo selvaggio, per farsi portatori di una cultura imperniata sulla centralità della persona; una cultura che sappia coniugare scienza professionale e sapienza professionale caratterizzata dalla capacità di gestire i sentimenti, le emozioni, proprie ed altrui, di umana solidarietà.
Se manca la capacità di tutelare la dignità della persona umana, di gestire il dolore, la sofferenza, ogni progetto è destinato a naufragare. Quella cui l’autore fa riferimento è una cultura in itinere da tessere insieme, che richiede un impegno senza fine, perché la democrazia non è mai compiuta, costituisce sempre un nuovo punto di partenza.
OFF Dem Manduria