«Non è più il caso di dimostrarsi divisi e deboli, non c’è più tempo per le polemiche, ma solo pochi giorni per organizzarsi ed impedire l’inizio dello scempio»
«Ed eccoli li, quasi a imporre sfacciatamente una decisione piovuta dall’alto e condivisa da nessuno, davanti a centinaia di bagnanti ed in piena stagione estiva: iniziano i lavori sui fondali del nostro mare per l’installazione della condotta sottomarina che scaricherà reflui di fatto non affinati a solo un chilometro dalla spiaggia».
Anche il comitato “No scarico a mare” di Manduria stigmatizza l’avvio delle indagini stratigrafiche marine a poche centinaia di metri dal litorale di Specchiarica.
«Quella macchia scura che comincia a sondare la consistenza degli strati sottomarini è uno schiaffo in pieno viso, un pugno nello stomaco o più semplicemente uno sberleffo in risposta alle proteste levatesi dalle cittadinanze di Manduria ed Avetrana ed ai progetti alternativi elaborati nei mesi passati. Il comitato “No scarico a mare”» si legge in una nota, «da ormai quasi quattro anni si oppone allo scellerato progetto, cercando di risvegliare le coscienze (troppo spesso colpevolmente assopite) di chi assiste senza reazione alcuna allo sfregio di un patrimonio di tutti e che invece pare essere a discrezione di pochi che operano secondo logiche che con la democrazia hanno poco da spartire. Ora però è arrivato il momento di agire: a rendere necessario un repentino intervento della comunità è il cronoprogramma dei lavori che prevede l’apertura del cantiere già il 15 settembre.
E forse questo “schiaffo in faccia” a tutti noi bagnanti può servire davvero a uscire di casa e far valere i nostri diritti di un territorio da tutelare. Occorre necessariamente chiamare la “politica” alle proprie responsabilità, occorre chiedere immediate risposte concrete, cioè atti deliberativi di modifica del nefando progetto, magari con le proposte alternative già da noi elaborate, ed in particolare da docenti universitari (Del Prete e Caliandro), quali tecnici competenti della materia e offerte agli Uffici Regionali. Al di là di piccole proteste – che non sortiscono risultati concreti, ma che semmai costituiscono la scusa per i “politicanti” nel sostenere che solo poche frange della popolazione è contraria – noi abbiamo sempre ritenuto e riteniamo che debba essere la politica a risolvere questo problema. Compito dei comitati civici è quello di essere accanto alle Amministrazioni che vogliono l’effettiva modifica al progetto, affinché si possa ottenere il risultato sperato. Non è più il caso di dimostrarsi divisi e deboli, non c’è più tempo per le polemiche, ma solo pochi giorni per organizzarsi ed impedire l’inizio dello scempio».