La denuncia del consigliere comunale di Sava, Ivano Decataldo
Circa dieci milioni di euro da investire nelle politiche sociali bloccati da tempo.
Ivano Decataldo, consigliere comunale di Sava, torna a denunciare “lo stato di inerzia e di quasi totale immobilismo” dell’Ufficio di Piano dell’Ambito 7, che ha come Comune capofila Manduria e del quale fanno parte anche Sava, Maruggio, Avetrana, Lizzano, Torricella e Fragagnano.
«Non accetteremo più questo modo di operare» afferma Decataldo, che ha inviato una lettera alla Regione Puglia e al Ministero per le Politiche Sociali. «Troppe stranezze, rimbalzi di responsabilità, presunte inadempienze e totale assenza di trasparenza».
Accuse molto dure, che spingono Ivano Decataldo a chiedere alla Regione Puglia e ai responsabili dei Piani Sociali di Zona di avviare un’ispezione all’Ambito 7, commissariandolo qualora fossero riscontrate delle gravi inadempienze.
«Appare davvero singolare che un solo Comune (il riferimento è per quello di Manduria, ndr) su sette possa bloccare oltre sei milioni di euro per così tanto tempo, nonostante i bisogni del territorio sul fronte sociale (disabili, anziani non autosufficienti, integrazione sociali, disoccupati, ecc) continuino a crescere, aprendo anche scenari di nuove povertà di cui si tiene conto in maniera troppo marginale. Oltre a tutti i posti di lavoro di operatori socio-sanitari che vengono di fatto negati» afferma Ivano Decataldo. «E’ scandaloso che ad oggi venga approvato un nuovo Piano 2014-2016 attraverso uno scarsissimo coinvolgimento (oltre che di facciata) degli “attori protagonisti” delle politiche sociali del territorio (cooperative sociali, associazioni di volontariato, associazioni di famiglie, operatori del settore, ecc) oltre alla parte politica e istituzionale (consiglieri comunali, partiti, ecc), con delle rimodulazioni che non tengono conto del reale mutamento dei bisogni e delle esigenze del territorio».
Questa è solo un piccolissima sintesi della lunghissima nota formulata dal consigliere savese Decataldo e inviata ai responsabili della Regione Puglia.
«Sono gli stessi che intimavano il commissariamento, solo tre mesi fa, se non fossero stati adottati importanti atti che garantissero il funzionamento del terzo Ufficio di Piano che eredita i milioni di euro non spesi, ma disponibili, che si sommano alle nuove risorse per un totale di oltre 10 milioni di euro. Atti approvati per prendere tempo, ma che disattendono le prescrizioni della Regione, rinviando ad atti successivi gli adempimenti richiesti. Oltre a disattendere i Regolamenti approvati dal coordinamento istituzionale (formato dai sindaci) e ratificati in sede di conferenza dei servizi dalla stessa Regione, rischiando di paralizzare nuovamente la struttura e rendendo illegittimi alcuni atti.
Non solo siamo preoccupati dei fondi non spesi, dei servizi non garantiti e del lavoro negato, ma temiamo che con le regole del nuovo Piano Pugliese e della nuova PAC non saranno più trasferiti fondi se non saranno spesi quelli destinati annualmente. Si perderanno inoltre, così come già accaduto, fondi di premialità per servizi ed infrastrutture destinati agli ambiti territoriali virtuosi».