giovedì 28 novembre 2024


02/08/2014 09:14:57 - Manduria - Attualità

 L’on. Rampelli rimarca i vantaggi che arrecherebbe all’ambiente e al comparto agricolo la soluzione alternativa proposta, ormai da tempo, dai docenti universitari Del Prete e Caliandro, ma non presa in considerazione dalla Regione e dall’Aqp

Ritorna in Parlamento, attraverso un’interrogazione a rispostascritta presentata dal deputato di Fratelli d’Italia-An Fabio Rampelli, la mobilitazione delle comunità del versante orientale della provincia di Taranto sullo scarico a mare del depuratore consortile di Manduria e Sava. L’on. Rampelli, rivolgendosi al Ministro per l’Ambiente e per la Tutela del Territorio, nonché a quello per gli Affari Regionali e le Autonomie, rimarca i vantaggi che arrecherebbe all’ambiente e al comparto agricolo la soluzione alternativa proposta, ormai da tempo, dai docenti universitari Del Prete e Caliandro, ma non presa in considerazione dalla Regione e dall’Aqp.

«Le soluzioni progettuali dei professori Del Prete (idrogeologia) e Caliandro (agronomia) prevedono l’eliminazione della condotta sottomarina tramite il riuso in agricoltura delle acque sanificate, lo stoccaggio invernale e il recapito finale dei reflui depurati tramite pozzi sperdenti negli strati superficiali del sottosuolo» ricorda l’on. Rampelli. «La presenza di calcareniti fessurate permette la filtrazione dei reflui con possibilità di smaltire notevoli portate utili a fronteggiare i processi di intrusione salina in atto, per arricchimento con acque dolci depurate che raggiungono le sottostanti acque salmastre attualmente non utili in agricoltura. Il Comune ha manifestato la disponibilità a mettere a disposizione 100 ettari per la realizzazione di pozzi di dimensioni drenanti sufficienti ad assorbire anche i picchi di portata dei fuori servizio.

Questa soluzione è prevista dall’art. 103 del decreto legislativo 152 del 3 aprile 2006, che, in materia di scarichi nel sottosuolo, pur nel principio generale di divieto degli scarichi di acque reflue sul suolo o negli strati superficiali del sottosuolo, prevede delle eccezioni allo stesso nei casi di “eccessiva onerosità a fronte di benefici ambientali conseguibili.

L’abrogazione dello scarico in condotta sottomarina eliminerebbe l’immissione di reflui ricchi di nutritivi, scongiurando l’alterazione ambientale connessa alla proliferazione abnorme di alghe con conseguenti processi di eutrofizzazione.

La proposta dei pozzi sperdenti anti-intrusione salina e del riutilizzo dei reflui in agricoltura è stata condivisa dal Servizio Tutela delle Acque ma, senza alcuna motivazione tecnica e scientifica, è stata esclusa dalla Regione Puglia, ogni eventuale nuova proposta di modifica del recapito finale alternativo al mare con condotta, laddove non già oggetto di valutazione nell’ambito del procedimento VIA».

 











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